Un'azione di Girona-Real Madrid (foto LaPresse)

Il referendum catalano alla prova del Var

Maurizio Crippa

La squadra di Girona è finita sotto i riflettori dopo che si è scoperto che è quella di cui è tifoso Puigdemont. Poi ha anche battuto il Real Madrid e ha fatto la storia. Però c'era un netto fuorigioco di rientro su uno dei due gol

Approfittando del fatto che mentre queste pagine vanno in stampa (come si diceva nel giornalismo di una volta) il ministro della Difesa non è ancora sceso in campo con il suo manipolo di opliti nel periglioso trappolone del Bentegodi, c’è l’occasione di rendere omaggio a un altro fiero manipolo che doveva buscarle forte, tipo Guardia Civil contro Mossos d’Esquadra. E invece, vennero per suonare ma furono suonati. Visca Catalunya lliure. Girona, un po’ come Malpensa, un po’ come Ciampino, era nota finora nel mondo come secondo aeroporto di Barcellona, quello per turistacci da Costa Brava. Poi è diventata una matricola neopromossa nella Liga spagnola, poco dopo s’è scoperto che è la squadra per cui fa il tifo Carles Puigdemont (che forse prossimamente dovrà però affezionarsi al Bruges). Domenica, in un clima effervescente per motivi extrapallonari, il Real Madrid – e a noi della squadra dei colori della notte fondata “perché noi siamo fratelli del mondo” piace sempre ricordare che era “la squadra di Franco” – è arrivato nello stadietto Montilivi. Non si sa se i blancos si siano fatti intimidire da questa farlocchissima storia della secessione, ma è pur vero che il sindaco di Girona aveva testè dichiarato che Re Felipe, lì, sarebbe persona non gradita. Che è un po’ come se Mattarella non fosse gradito a Orio al Serio, ma vabbè. Fatto sta che i Girona ha fatto un partitone, ha preso più pali di Perisic in giornata di grazia, perdeva 0 a 1 e ha vinto 2 a 1, con tanto di gol di tacco. Una giornata indimenticabile, per il calcio e per la democrazia. Anche se, va detto, il secondo gol dei catalani era in netto fuorigioco di rientro. E se ci fosse stata la Var pure in Spagna, sarebbe stato annullato. Ne più né meno del referendum. Viva la libertà.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"