Ansa
Il lutto
L'omicidio dei coniugi Reiner, con tanto di trumpiano delirio, sembra un capitolo di “Hollywood Babilonia”
Tra i sospettati per la morte di Rob Reiner e della moglie c'è anche il figlio della coppia. I democratici piangono il regista, mentre il presidente americano ha scritto su Truth che è morto a causa della furia che sta cogliendo i suoi avversari ora che la sua Amministrazione si avvia a superare ogni record
Ce n’è abbastanza per compilare qualche paginetta di aggiornamento a “Hollywood Babilonia” di Kenneth Anger: il regista underground che, oltre ai cortometraggi “Scorpio Rising” e “Fireworks”, ha raccontato in due volumi riccamente illustrati scandali e cronaca nera di Hollywood (Adelphi). Nel febbraio scorso, l’orribile storia di Gene Hackman e della consorte Betsy Arakawa, trovati morti nella loro casa di Santa Fe, con uno dei loro tre cani. 95 anni lui, 65 lei, si erano così ritirati dal mondo che i cadaveri furono trovati parecchi giorni dopo. Domenica notte, la notizia che Rob Reiner e la moglie Michele Singer, fotografa, sono stati trovati nella loro casa di Brentwood, accoltellati. La polizia sta investigando sull’omicidio, tra i sospetti c’è il figlio della coppia, Nick (avevano altri due figli, Romy e Jake; Rob Reiner era anche il padre di Tracy, nata dal matrimonio con Penny Marshall, anche lei regista di commedie romantiche).
Nick, 32 anni, è tossicodipendente da quando ne aveva 15; aveva frequentato vari centri di recupero e aveva vissuto senza un tetto, per non farsi rintracciare. Lo ha raccontato nel film “Being Charlie”, anno 2016: Nick aveva scritto la sceneggiatura e papà Rob aveva diretto il film. Fu un fiasco colossale, non certo quel che sarebbe servito a una pacificazione tra padre e figlio. Costato tre milioni di dollari, ne incassò poco più di 30 mila, certifica Mojo che fa i conti in tasca a tutti. Rob Reiner era abituato a ben altri incassi. “Harry, ti presento Sally…”, uscito nel 1990, aveva raccolto 93 milioni di dollari, oltre a diventare il successo di culto che è diventato. Memorabile il “voglio anch’io quel che ha ordinato la signora”, pronunciato dalla signora Estelle Reiner, madre del regista Rob, dopo che Meg Ryan ha dimostrato, con smorfie e gemiti alla tavola calda, che le donne fingono gli orgasmi (e gli uomini non li sanno distinguere da quelli genuini). Per non parlare di “Stand by Me”, di “La storia fantastica”, di “Misery non deve morire”, e “This is Spinal Tap”, parodia della scena Heavy Metal rimasta insuperata (il film è ora conservato alla Biblioteca del Congresso). Rob Reiner ci ha fatto ridere. Come suo padre Carl Reiner, che ha all’attivo il meraviglioso pastiche intitolato “Il mistero del cadavere scomparso” (1982). Un montaggio di vecchi film piuttosto celebri, con Steve Martin e Rachel Ward che danno loro la replica. I due attori entrano nelle scene in bianco e nero che ricordiamo con Humphrey Bogart o Bette Davis. Uno spasso postmoderno, frutto di uno smisurato amore per i cinema (si può acquistare o noleggiare su iTunes, ma nessuna delle piattaforme a cui ogni mese versiamo il nostro obolo lo ha in abbonamento).
Lo piangono i democratici, intesi come partito, Reiner aveva partecipato a raccolte di fondi, a convention preelettorali, si era battuto per il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Kathy Bates che in “Misery” lega James Caan a letto con le cinghie, e poi lo tortura, si dichiara “devastata”. Come l’attore Ben Stiller, anche lui figlio d’arte (racconta ogni cosa il documentario “Stiller & Meara. Nothing is Lost”, su Apple tv). Commossi per la perdita anche Michelle e Barack Obama. Donald Trump ha invece scritto su Truth che il regista è morto a causa della furia che coglie ora che l’Amministrazione Trump si avvia a superare ogni record. Le ultime notizie diffuse dalla polizia di Los Angeles dicono che Nick Reiner è stato arrestato domenica notte, incarcerato. Per la cauzione servono 4 milioni di dollari, papà era l’unico che li avrebbe potuti pagare. La villa dove è avvenuto il delitto ne vale 13 e mezzo.
Da un romanzo di Scarpa