Una scena di "Povere creature!"

POPCORN

Il dilemma di Bella Baxter, la protagonista di Povere creature

Mariarosa Mancuso

L'attrice è una donna che si ribella al patriarcato, oppure una che rischia la vita tornado a casa a mezzanotte come noi? Se lo chiede il Guardian

Dibattito. Dibattito! Lo lancia il Guardian, un gradino sopra i commenti che si sentono fare (parlando di cinema, magari in politica sono bravissimi) nei giornali italiani. Che più o meno pongono la questione così: è Bella Baxter una donna che si ribella al patriarcato, oppure una che rischia la vita tornado a casa a mezzanotte come noi? (per la teoria “siamo tutte vive per caso”, il copyright è di Chiara Valerio). Ovvio che, con una tale convinzione, andare al cinema la sera richiede almeno una bomboletta di peperoncino accecante in tasca.
 

Il Guardian va al dunque: “La legano, la imbavagliano, e il pubblico ride. ‘Povere creature!’ è un capolavoro femminista o un’offensiva fantasia maschile?” (intanto qualche spettatore in più l’abbiamo trovato, il titolo italiano del film non è tanto intrigante). Non si è discusso così accanitamente neppure su “Barbie”, il film sulla bambola che secondo schiere di mamme ha rovinato le figlie.
 

Sul Guardian si discute con interventi anche di trenta righe. Per esempio firmate Samira Ahmed, che in nome e per conto delle donne sostiene trattarsi di fantasia maschile, attorno alla mezza età, attratto dalla ninfomania. Ricorda che i pornografi si erano buttati alla rivoluzione sessuale degli anni 70 – in soldoni: “mai dire no”. Ed è convinta che per i maschi la prostituzione ha sempre qualcosa di romantico.
 

Charlotte Higgins, capo della cultura al Guardian, cerca di riportare la discussione sui binari. “Povere creature!” è una favola, come “Frankenstein” di Mary Shelley. Non è un manuale di comportamento, come non lo è “Medea”. Regista e sceneggiatori sono maschi, ma Emma Stone è una donna, e ha impersonato Bella con una grazia e un’ironia sua.
 

Altro critico, il mitico David Thomson, provocatorio fin dal titolo “Gli uomini sono preservativi usati”. “Perché non lo fanno tutti, tutto il giorno?” dice Bella- Emma Stone appena ha scoperto il sesso. Gli uomini sono da usare e buttare, un relitto del passato, interessati al potere più che al piacere”. Film promosso, con voti alti. Favorevole anche il giudizio della scrittrice Zoe Williams. Bella scopre l’autoerotismo a tavola, e immediatamente lo raccomanda alla cameriera. Ha voglia Willem Dafoe a farsi chiamare God, da Godwin.
 

Contraria la scrittrice Viv Groskop. Perché si parla di corpi ricomposti ma non di gravidanze (dopo che Bella si dà da fare) né di mestruazioni. Colpa gravissima, un’altra che ha dimenticato che si tratta di una favola. Un’altra scrittrice fa notare che Bella è nata in una situazione di privilegio. Gira l’Europa e se vuole imparare qualcosa in un bordello, più misero di quello visto in “Belle de jour” di Luis Buñuel lo fa. Catherine Deneuve – bacchettoni esclusi – ha mai scandalizzato qualcuno?

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