In Vaticano

I media vaticani riesumano Ratzinger per giustificare "Fiducia supplicans"

La lezioncina di teologia del direttore di Vatican News Andrea Tornielli a chi osa avere un'opinione discordante sul tema delle benedizioni delle coppie omoafettive

Quando pareva un capitolo chiuso, ecco che Vatican News torna a squadernare il tema delle benedizioni delle coppie omoafettive e lo fa con un editoriale teologico del suo direttore, Andrea Tornielli. Stavolta, per rampognare chi è rimasto perplesso dal documento vergato dall’eminentissimo Víctor Manuel Fernández, prefetto del Sant’Uffizio, riesuma niente di meno che Joseph Ratzinger che – essendo morto – non può rispondere. Decine di vescovi e teologi morali dicono che non esistono benedizioni pastorali e che tutte le benedizioni sono liturgiche? Tornielli risponde che sbagliano, perché non hanno capito che “a proposito delle benedizioni liturgiche, esistono due modi di comprenderle. C’è un senso ampio, che considera ogni preghiera fatta da un ministro ordinato come ‘liturgica’, anche nel caso che venga data senza una forma rituale e senza attenersi a un testo ufficiale. E c’è un senso più stretto, secondo cui una preghiera o un’invocazione sulle persone è ‘liturgica’ solo quando è eseguita ‘ritualmente’, e più precisamente quando si basa su un testo approvato dall’autorità ecclesiastica.
 

E quelli che “non ritengono accettabile la distinzione tra preghiere o benedizioni ‘rituali’ e ‘liturgiche’, e preghiere o benedizioni ‘pastorali’ e ‘spontanee’. Fra questi, c’è ad esempio chi obietta che anche la liturgia ha una rilevanza pastorale. Ma a questo proposito è opportuno osservare che  Fiducia supplicans, attribuisce alla parola ‘pastorale’ un senso peculiare: vale a dire, il senso di una cura particolarmente rivolta all’accompagnamento di coloro a cui è offerta la benedizione; a immagine del ‘buon pastore’ che non si dà pace finché non trova ciascuno di coloro che si sono smarriti”. E a chi non si conforma e non capisce che bisogna distinguere ciò che è liturgico da ciò che non lo è, Vatican News cita Ratzinger (che si porta sempre bene quando si tratta di giustificare certe stramberie contemporanee): si torna al 2000, Ratzinger era alla Dottrina della fede e firmava un’istruzione sulle preghiere per ottenere da Dio la guarigione. Al punto numero due della prima parte del documento – scrive Tornielli – “si ricorda che ‘nel De benedictionibus  del Rituale Romanum, esiste un Ordo benedictionis infirmorum, nel quale ci sono diversi testi eucologici che implorano la guarigione’. Nella parte finale dell’istruzione, dedicata alle disposizioni disciplinari, c’è poi un articolo (2) che recita: ‘Le preghiere di guarigione si qualificano come liturgiche, se sono inserite nei libri liturgici approvati dalla competente autorità della Chiesa; altrimenti sono non liturgiche’.
 

Dunque si sancisce che esistono preghiere di guarigioni liturgiche o rituali, e altre che non lo sono, ma che pure sono legittimamente ammesse”. Quindi, si chiosa, “da queste citazioni del testo firmato da Ratzinger e approvato da Papa Wojtyla si evince come il significato del termine ‘liturgico’ utilizzato in  Fiducia supplicans  per definire le benedizioni rituali, diverse da quelle pastorali, rappresenti certamente uno sviluppo ma che si inserisce nell’alveo del magistero degli ultimi decenni”. Qualcuno potrebbe definire la lectio un’arrampicata sugli specchi, i più scurrili una supercazzola. Altri ancora, la difesa disperata e un po’ ridicola di una commedia che fa sempre meno ridere.