Foto di Gregorio Borgia, AP Photo, via LaPresse 

un'esistenza simbolica

George Pell è stato un moderno Dreyfus. Distrutto in nome dell'odio contro ciò che rappresentava

Giuliano Ferrara

La sua storia è quella di una caccia alle streghe. La gogna subita non gli restituì mai la sua vita precedente. "Controverso cardinale" per la Bbc, vittima di malagiustizia in verità. La sua vicenda sarà di lezione per il futuro

Con il cardinale George Pell la Chiesa perde un uomo, una carriera ecclesiastica spettacolare, un ex membro influente (il numero tre) del Consiglio della corona di Papa Francesco, e perde una storia di eccezionale forza e significato simbolico. Ora che le passioni si sono spente, si dovrebbe rielaborare l’insieme dei fatti che condussero questo omone meraviglioso, imponente e sorridente come il suo conservatorismo ecclesiale, in un carcere dello stato di Victoria, nella sua nativa Australia, per oltre un anno, schiacciato da accuse inverosimili, provenienti da decenni prima, firmate da un accusatore che per legge e tutela dei minori (di allora) è rimasto ignoto nelle generalità alla pubblica opinione.

 

È stata una caccia alle streghe in piena regola, condotta da comitati avidi di falsa giustizia purché sommaria e di veri quattrini, da una stampa gialla e sensazionalista salvo rare eccezioni, ispirata dalla folla dannante e festante per la condanna, in certo senso fiancheggiata dal silenzio imbarazzato delle strutture ecclesiastiche paralizzate dalla paura e dall’orrore, fino al proscioglimento totale, in extremis, che ridiede al prelato l’accesso timido e a mezza bocca al Vaticano ma ovviamente non gli restituì ciò che era suo, cioè lo stato precedente il linciaggio. 

 

Ancora adesso, in morte di Pell, la Bbc lo definisce “controverso cardinale”. A noi era sembrata subito una vicenda mostruosa di malagiustizia, inqualificabile proprio a partire dalle modalità dell’accusa e dalla assoluta inverosimiglianza degli addebiti, aver molestato due coristi in dieci minuti in sacrestia dopo la messa di inaugurazione dell’arcivescovo di Melbourne, ché tale era diventato Pell per volontà di Giovanni Paolo II.

 

Prima di morire, il cardinale ha sollevato anche il problema di strani versamenti dall’Europa all’Australia connessi con il suo processo malaugurato, alludendo a una faida anticlericale o interclericale di inaudita malizia. Avevamo ragione, purtroppo, Pell era un moderno capitano Dreyfus, finalmente il Papa ha usato la parola “calunnia” per descrivere la sua condizione di vittima, un uomo e un funzionario di alto livello malmenato e distrutto in nome di un odio andante e diffuso contro ciò che rappresentava.

 

Ha capito la Chiesa di che pasta è (anche) fatta la campagna sulla pedocriminalità del clero cattolico? Sì e no. Dopo il caso del defunto cardinale, dopo molti altri casi di sconfessione delle accuse stregonesche elevate contro basso, medio e alto clero cattolico in ogni continente, era venuta la scandalosa congrega di sociologi, giuristi, psicoanalisti e funzionari massoni di varia estrazione che, su incarico e a spese della Conferenza episcopale francese, si era presa in carico, con metodiche online di quart’ordine o comunque radicalmente questionabili, la missione di stabilire che centinaia di migliaia di preti francesi in settant’anni avevano con certezza abusato dei bambini loro affidati.

 

Le conclusioni della commissione Ciase furono contestate, con grazia ma non con forza, dal Papa stesso nella Sala Nervi. E finalmente, non appena nominato presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Zuppi, avvertito del fatto che l’Italia era rimasta l’ultimo baluardo da colpire, aveva immediatamente istituito una commissione interna di accertamento solo sui casi degli ultimi dieci anni, stabilendo criteri che suonavano come una sconfessione diretta delle metodologie accusatorie fino ad allora invalse in tutto il mondo, procurandosi naturalmente l’astio dei comitati legali a protezione delle vittime, vere o presunte, e la nomea di censore della verità giudiziaria unica ammissibile in materia.

 

Speriamo che la memoria del cardinale Pell serva alla Chiesa e alla stampa responsabile di parte laica per rivisitare l’insieme di campagne che nel mondo, accanto a verità spesso tragicamente evidenti, hanno fatto passare il mostro giuridico della criminalizzazione per definizione del clero cattolico. Speriamo.

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.