ANSA/ALESSANDRO DI MEO 

Per una reazione

Lo scandalo di una Chiesa che sceglie l'autodistruzione

Giuliano Ferrara

Appello da fuori le mura ai fedeli cattolici e ai preti perché si ribellino ai pasticcioni gesuiti

Questo è un vano, febbricitante, maniacale, appello da fuori le mura ai fedeli cattolici e ai preti perché si ribellino ai pasticcioni gesuiti. Perché chiedano conto alla Chiesa di Francia dei 3,6 milioni spesi per farsi sputtanare da una congregazione onorevole di psichiatri, di sociologi, di demografi, di storici e di giuristi laici che hanno lavorato senza contraddittorio alle spalle e contro il clero ordinato. Paradosso intraecclesiastico: Papa Clemente XIV soppresse la Compagnia a metà del Settecento riformatore, era un’élite raffinata di amici del potere temporale intenta a corrodere quello intemporale dell’unica vera fede, per chi creda, la fede istituzionale depositata nella Chiesa apostolica. Gesuita è il Papa che oggi proclama la sua vergogna con il sentimento degli altri. Gesuita è il capo dei vescovi francesi. Mgr Eric de Moulins-Beaufort, che dice la sua “vergogna carnale” per le scoperte massmediologiche, un “sisma”, un “uragano di commozione”, della commissione Sauvé. Gesuita novizio, poi refoulée, il presidente indipendente della commissione, Jean-Marc Sauvé, un funzionario di carriera quarantennale, troppo specchiato per non essere cerniera di stato e dottrina. Gesuita l’idea che adesso tocchi alla chiesa organizzare la “ricezione” della sua disfatta autoprocurata, come avvenne per la ricezione del Vaticano II. D’altra parte anche Carlo Maria Martini era un illustre gesuita e voleva recuperare un ritardo di duecento anni della Chiesa sull’origine dell’Illuminismo, vaste programme di omologazione definitiva al e del moderno.   

 

È scandalosa l’elevazione a scandalo evangelico ed ecclesiastico del secolo, 70 anni di abusi protetti e tollerati dalla gerarchia contro 216 mila giovani, di una pratica pedocriminale di predazione sessuale scovata, per esorbitante quantità e mostruosa qualità, con metodi online, via mail, con questionari anonimi, “dialoghi invisibili” con il vissuto delle vittime, indagini di mercato e sondaggi, partendo da pregiudizi socio-dottrinali, con l’intento di riscrivere storia e statuti del cattolicesimo, senza definizione storiografica e giuridica del fenomeno, senza un vero ricorso agli archivi, senza rispetto per le proporzioni ordinarie del peccato di umanità e cupidigia che alligna in ogni segmento della società a partire dalla sua cellula fondamentale, la famiglia. Tremila preti predatori e 216 mila giovani prede spalmati sul terreno di sette decenni oggetto della ricerca, quanto basta per il #MeToo della Chiesa cattolica in Francia, la sua fille aînée, la sua figlia maggiore prostrata nel meretricio.

Hanno dato la presidenza del primo atto di ricezione del rapporto Sauvé a François Devaux, un giovanotto attivista che anima “La Parole libérée” (notare la blasfemia della P maiuscola, Logos e liberazione, parola della vittima ovvero Parola di Dio incarnato), il quale ha introdotto sul tema della “vergogna”, del “pagherete tutto”, del “Concilio Vaticano III da indire immediatamente” e della “rifondazione del sistema cattolico”. Forse esistono ragioni per un Concilio, forse ne esistono per una rifondazione, ma che le si possa rintracciare online, via sondaggi e modelli statistici, con una campagna ideologica alimentata dalla sociologia contemporaneista, in un clima appunto da #MeToo delle tonache o da riscaldamento globale, un clima di dottrinarizzazione del luogo comune planetario, l’uomo distrugge la terra e i preti distruggono la chiesa, apocalissi per tutti, è da vedere.

 

Cari fedeli, cari preti, non aspettatevi che i laici, intellettuali e credenti o non credenti fuori le mura, rispondano alla sociologa e sessuologa Nathalie Bajos, membro eminente della commissione Sauvé, quando dice al Monde che la Chiesa è il modello della mascolinità tossica, e che non ci si può di conseguenza limitare alla formazione del clero, bisogna attaccare o “rimettere in questione il clericalismo, l’autorità sacrale, che si esercita senza contropoteri”, e che “bisogna rivedere le posizioni della Chiesa cattolica sulla sessualità e rimettere in causa l’iscrizione della dominazione maschile nelle strutture dell’istituzione ecclesiale”, cioè aprire le porte al sacerdozio femminile. Anche Lutero accusò di meretricio la curia romana, ebbe parole le più spesse e rozze per affermare la sua vertiginosa teologia della croce, ma lo faceva nella pretesa o nell’illusione di dare al cristianesimo una nuova base di autonomia della coscienza mistica, non nel progetto di sradicarlo dalla faccia della terra governandolo e orientandolo col favore dei pasticcioni della Compagnia di Gesù.

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.