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Se sei credente ti tirano le pietre

Redazione

Preoccupante aumento delle violazioni della libertà religiosa nel mondo

La commissione per la Libertà religiosa del dipartimento di stato americano ha pubblicato il rapporto aggiornato di tutte le violazioni dell’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani, che difende la libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Il quadro che emerge è quello di un mondo in cui l’appartenenza a un credo è spesso fonte di problemi, quando non di persecuzione e morte. Il documento, lungo 243 pagine, racconta di restrizioni che limitano la costruzione dei luoghi di culto, legislazioni che impediscono la libertà di culto, di espressione e di opinione, di arresti, assalti commessi da terroristi, fino alle norme sulla blasfemia, che dietro alla presunta necessità di proteggere le religioni dalla diffamazione ne limitano la libertà di espressione. L’elenco dei paesi “che destano particolare preoccupazione” è noto: Birmania, Repubblica Centroafricana, Cina, Eritrea, Iran, Nigeria, Corea del Nord, Pakistan, Russia, Arabia Saudita, Sudan, Siria, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan e Vietnam. Va un po’ meglio rispetto al passato a Cuba e in Egitto, Iraq e Afghanistan, mentre gli Stati Uniti denunciano violazioni anche in Bahrein e Turchia, paese Nato. Non sorprende che gran parte dei paesi sulla lista nera sia a maggioranza musulmana, ma preoccupa l’aumento generale dei casi di violazione. La fondazione pontificia Aiuto alla chiesa che soffre ha parlato di “trend in crescita” e della necessità di un intervento della Comunità internazionale che riconosca il “genocidio delle minoranze” perpetrato dallo Stato islamico.