Massimo Ciancimino (foto LaPresse)

Il silenzio della stampa sull'arresto di Ciancimino

Massimo Bordin

Dei continui rovesci che si abbattono sul processo alla cosiddetta trattativa sembra a molti che non metta più conto parlare

Dell’arresto di Massimo Ciancimino, a parte questo che state leggendo e il Dubbio, nessun giornale ha parlato. Dei continui rovesci che si abbattono sul processo alla cosiddetta trattativa sembra a molti che non metta più conto parlare. Ma se pensate che i pm di Palermo e i loro spin-doctor a questo punto mirino a un pietoso diritto all'oblio, vi sbagliate. Come i cattivi giocatori in una serata sfortunata a poker, essi pensano che la mossa giusta sia il rilancio. Ma le carte sono quelle che sono e allora necessita il bluff. La pista calabrese rappresentata dal pentito Lo Giudice, detto “Nino il nano”, diventa “la chiave d’accesso ai misteri d’Italia” e l’omicidio di due carabinieri sulla Salerno-Reggio Calabria è la prova che la ’ndrangheta è stata la “tecnostruttura” di Cosa nostra per la famosa trattativa. Tutto questo sta scritto nell’Espresso ancora in edicola. Non vi si dice però che “il nano” ha deposto nel processo con esiti a dir poco imbarazzanti per l’accusa. Ma non basta. Di “chiavi d’accesso” ne hanno un mazzo. Tornano i “delitti eccellenti”, si ripescano interrogatori di Falcone a un estremista di destra palermitano, Alberto Volo, definito un mitomane in più di una sentenza. Volo parla di Gladio e arriva a mettere in relazione i delitti di Palermo con l’omicidio Moro, i servizi segreti, la massoneria e la mafia. Quanti agganci si possono ancora fare per ipotizzare nessi, collusioni, indicibili connivenze? Infiniti, soprattutto in un paese dove un terzo dell’elettorato vota per chi dice che è meglio non vaccinarsi. Continueranno nel loro Magical mystery tour. “Roll up, roll up, satsfaction guaranteed”.

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