(foto LaPresse)

Un episodio disdicevole a Lineanotte

Massimo Bordin

Il problema è stato l'autore del libro. C'era Raffaele Fiengo che ha scritto un libro dedicato al Corriere della Sera, dove è stato redattore e leader del comitato di redazione dalla fine degli anni 70 a metà degli 80

A TG3 Lineanotte viene sempre invitato, fra gli altri ospiti, l'autore di un libro in uscita. Immagino serva, in tempi di talk tempestosi, a rasserenare il clima già di per sé molto tranquillo e civile, specie quando conduce Maurizio Mannoni. Non è il regno dell'approfondimento puntuto ma il livello è accettabile, perfino la proverbiale faziosità della rete è ovattata, sorridente. Sono riusciti a costruire qualcosa di unico, una miscela fra un TG, un talk e una sit-com. Senti le ultime notizie, vedi qualche prima pagina del giorno dopo, ascolti qualche parere, ti domandi perché mentre Giovanna Botteri ti racconta gli USA abbia stampato in faccia quello strano sorriso furbo. In parole povere, alla fine è raro che si possa trovare qualcosa di veramente disdicevole. Però talvolta succede. L'altro ieri, per esempio. Il problema è stato l'autore del libro. C'era Raffaele Fiengo che ha scritto un libro dedicato al Corriere della Sera, dove è stato redattore dal 1969 e, soprattutto, leader del comitato di redazione dalla fine degli anni 70 a metà degli 80. Esattamente gli anni in cui la P2 compra la Rizzoli e detta la linea al Corriere. E cosa fa il CdR guidato da Fiengo? Non solo non fa una piega, ma dialoga attivamente con la proprietà, garantendo l'emarginazione dei giornalisti critici, quasi tutti socialisti. Sono anni brevi ma gli accordi sindacali della Rizzoli furono reiterati e molto generosi. Ora, il fatto che Fiengo pontifichi in TV, denunciando "il cuore del potere" ma evitando accuratamente, per quello che lo riguarda, "il cuore del problema", è decisamente irritante. Rivelatore è invece che il libro sia edito da "Chiare Lettere", comproprietari del Fatto quotidiano.

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