Carlo Azeglio Ciampi (foto LaPresse)

La notizia sui diari di Carlo Azeglio Ciampi

Massimo Bordin

Il passaggio su cui si appunta la attenzione degli inquirenti è piuttosto quello in cui Ciampi scrive: “De Gennaro (DIA) sostanzialmente fiducioso. I vari attentati, da Sicilia a Firenze, sono della stessa matrice. Continuare nella linea della fermezza”

Filtrano notizie sul contenuto dei diari di Carlo Azeglio Ciampi acquisiti dai pm palermitani che si occupano del processo trattativa. Effettivamente c’è una notizia notevole. Ciampi, allora presidente del consiglio, nella convulsa notte degli attentati del luglio 1993, pensa di dimettersi e il mattino dopo lo comunica a Scalfaro che respinge le dimissioni e lo invita a non parlarne all’esterno. Ciampi riteneva un governo “tecnico” inadeguato al momento. La notizia c’è ma, ai fini del processo, è irrilevante. Il passaggio su cui si appunta la attenzione degli inquirenti è piuttosto quello in cui Ciampi scrive : “De Gennaro (DIA) sostanzialmente fiducioso. I vari attentati, da Sicilia a Firenze, sono della stessa matrice. Continuare nella linea della fermezza”. I pm, informa la agenzia Italia, “ritengono di avere individuato la prova dell’esistenza di una ‘corrente di pensiero’ contraria alla fermezza e favorevole alla trattativa”. Pare evidente anche a un profano che il concetto giuridico di “prova” sia notevolmente dilatato nel ragionamento, se così vogliamo chiamarlo, degli inquirenti ma prendiamolo comunque per buono. Ammettiamo anche la possibilità di portare in Corte d’Assise, come elemento incriminante, la partecipazione a una corrente di pensiero, senza comunque nasconderci a cosa si rischia di arrivare. Prendiamo tutto per buono, perché in fondo è ancora un po’ Natale. Ne consegue che resta allora da istruire un gigantesco processo sui sequestri del terrorismo contro chi apertamente si schierò per trattare. A cominciare dal caso Moro. Avvertire Beppe Fioroni.

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