La divisione fra le due Italie, oggi più netta che mai

Massimo Bordin
Ha perso, sia pure di misura e dopo una notevole rimonta. Ma alla fine ha perso. Eppure Stefano Parisi sembra proprio, a parere di molti l’unico in grado, se Berlusconi consente, di rimettere in piedi un centro destra decente, magari perfino competitivo, ma almeno presentabile.

Ha perso, sia pure di misura e dopo una notevole rimonta. Ma alla fine ha perso. Eppure Stefano Parisi sembra proprio, a parere di molti l’unico in grado, se Berlusconi consente, di rimettere in piedi un centro destra decente, magari perfino competitivo, ma almeno presentabile. Così come Sala, sia pure meno brillante, è riuscito a vincere, di misura, mettendo insieme un centro sinistra raziocinante e molto allargato, quasi un elastico, dal centro a Basilio Rizzo, passando per Cappato. Con una campagna elettorale civile appena turbata dai fescennini di uno sfaccendato in felpa. Tutte cose che si sono già dette mentre succedevano, ma oggi si capiscono meglio. Milano è più che mai capitale morale, mentre a Roma, anche ieri bloccata da uno sciopero dei trasporti, si discute di mondezza e “il supremo”, soprannome degno di una serie Sky, proprietario della malfamata discarica di Malagrotta offre i suoi costosi servigi alla acerba reggitrice della città, conquistata con insegne assai poco sventolate a Milano, dove le cinque stelle si portano pochissimo. Forse mai come oggi la divisione fra le due Italie è così netta e ha più pregnanza la definizione di Roma come la più ordinata città mediorientale. Forse non resta che andarsene. Finalmente potrei  trasferirmi senza rimorsi a Balestrate.

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