Quel piglio travagliesco su Maniaci

Massimo Bordin
“L’ho sempre detto che era un poco di buono” è la frase che, negli ambienti giornalistici più vicini alle procure, circola oggi sul direttore di TeleJato. Cose simili furono dette negli stessi ambienti di sala stampa su Enzo Tortora, figuriamoci su Maniaci, che Tortora non è.

Ha ragione Sergio Scandura su glistatigenerali.com a mostrare fastidio per il piglio travagliesco con cui alcuni suoi colleghi siciliani affrontano Pino Maniaci in conferenza stampa. Imbarazzante il confronto con l’approccio, tutto chicchere e piattini, degli stessi, a suo tempo, verso Massimo Ciancimino. “L’ho sempre detto che era un poco di buono” è la frase che, negli ambienti giornalistici più vicini alle procure, circola oggi sul direttore di TeleJato. Cose simili furono dette negli stessi ambienti di sala stampa su Enzo Tortora, figuriamoci su Maniaci, che Tortora non è. Però un problema resta da approfondire: il ruolo di Maniaci nella denuncia della gestione dei beni sequestrati alla mafia da parte del tribunale di Palermo.

 

Della faccenda parlavano tutti, e da anni, nei corridoi di palazzo di giustizia, ma oltre non si andava. Gli appigli concreti erano effettivamente pochi. In modo un po’ spericolato TeleJato aprì il fronte dell’informazione. Qualcuno, compresa questa rubrica, seguì dando a Maniaci il merito che aveva. Altri tacquero e per la verità continuarono sostanzialmente a tacere anche quando l’affare esplose nei suoi innegabili risvolti penali, che invece andrebbero seguiti anche in questi giorni, ponendosi la logica domanda: a che punto sta l’inchiesta sulla dottoressa Saguto? Non è detto che l’indagine su Maniaci sia una ritorsione per la sua campagna su come venivano amministrati i beni sequestrati alla mafia. Fa impressione però, come ha notato Michele Costa, quella intercettazione in cui la dottoressa Saguto dice di Maniaci: “Quello ha i giorni contati”.