Luis José Zapatero (foto LaPresse)

Aborto libero per le minorenni ed eutanasia. La Spagna realizza il socialismo di Zapatero

Giulio Meotti

Il governo di Pedro Sánchez si appresterebbe ad approvare le norme che fanno parte del patto di governo fra i socialisti e Podemos di Pablo Iglesias. Tra queste anche la riduzione dell’insegnamento del cattolicesimo nelle scuole

Roma. “Sarà il problema in prima pagina nelle prossime settimane”, scrivono i media spagnoli. Il governo di Pedro Sánchez si appresterebbe a ridurre drasticamente l’insegnamento del cattolicesimo nelle scuole, come promesso. La misura, assieme al “recupero di beni registrati indebitamente alla chiesa”, al diritto per le minorenni di abortire senza il consenso dei genitori secondo la legge del ministro per l’Uguaglianza Irene Montero e al rifiuto dell’obiezione di coscienza dei genitori su corsi moralmente sensibili a scuola, fanno parte del patto di governo rosso-viola fra i socialisti e Podemos di Pablo Iglesias. Quest’ultimo li chiama “nuovi diritti e memoria democratica”. Luis Argüello, portavoce della Conferenza episcopale, dice al Mundo che “l’unità della Spagna è stata mantenuta nei secoli” dall’insegnamento del cattolicesimo. E’ in corso di approvazione l’eutanasia prevista anche per “una malattia grave che procuri sofferenze fisiche o psichiche intollerabili” (in Belgio sono stati appena processati tre medici che avevano prescritto l’eutanasia a una ragazza affetta da Asperger). Un analogo provvedimento sarà discusso in questi giorni al Parlamento portoghese.

 

A fronte di un dissenso laico svanito completamente, la chiesa è l’unica voce discorde. Il cardinale arcivescovo di Valencia, Antonio Cañizares, parla di “disumanizzazione” e del “più grande fallimento morale”, mentre il vescovo Juan Antonio Reig Pla dice che “viene imposta la cultura della morte”. Nove medici su dieci sono a favore della legge sull’eutanasia, stando a un sondaggio dell’Ordine dei medici di Madrid (Icomen). Solo il sei per cento è contrario. E poi, dice il governo, el pueblo la vuole. 

 

L’83 per cento, secondo un rapporto della Fondazione Bbva. “La sinistra, da Zapatero in poi, è sempre stata a favore dell’eutanasia e ora ha deciso che era il momento di legalizzarla”, dice al Foglio il demografo Alejandro Macarrón Larumbe. “La sinistra non moderata è fortemente contraria alla cultura giudaico-cristiana e l’attuale governo di sinistra non è come i governi di Felipe González negli anni Ottanta e Novanta. La Spagna è un paese di vecchi: sono il grande blocco di elettori e il governo deve convincerli sull’eutanasia. In società sempre più anziane, aiutare gli anziani a morire è una tentazione irresistibile, in linea con un’impressionante dichiarazione del ministro delle Finanze del Giappone, Taro Aso, che ha detto che agli anziani dovrebbe essere permesso di ‘affrettarsi a morire’”.

 

Il governo rosso-viola prova a portare a compimento il socialismo ciudadano di Zapatero. In Portogallo il dissenso più forte arriva, stranamente, dal Partito comunista. Il deputato António Filipe dice che la buena muerte è “una battuta d’arresto della civiltà”. Nei giorni scorsi, il governo spagnolo ha dato il via libera per la prima volta anche alla ricerca che modificherà gli embrioni umani. Anna Veiga, la scienziata che ha condotto la prima fecondazione in provetta in Spagna, ha detto: “Conosciamo lo sviluppo embrionale dei topi. Sappiamo molto meno come si sviluppano gli embrioni umani”. Dopo il parere positivo della commissione di Riproduzione assistita del ministero della Salute, i genetisti spagnoli useranno la stessa tecnica, ma senza trasferimento nell’utero, del cinese He Jiankui, che ha fatto scalpore facendo nascere due gemelle con il Dna modificato.

 

Sollevando dubbi sulle pratiche discusse in Spagna, la filosofa francese Sylviane Agacinski ha detto: “Una certa ideologia progressista è cieca davanti alle esigenze etiche che fin dai greci costituiscono il fondamento della nostra civiltà. Se le abbandoniamo, cadiamo in un relativismo totale”. Cadiamo nell’ottimismo spagnolo degno dell’epigono di Rousseau ideato da Voltaire, il professor Pangloss che insegna al malcapitato Candido che “tutto va per il meglio nel migliore dei mondi possibili”. Ma non è detto che chi vuole costruire un mondo migliore studiando i topi non ne costruisca uno orrendo per gli uomini.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.