Il manifesto di Silvia Sardone - foto da Instagram

Bandiera Bianca

Il tocco di genio dietro al manifesto "Inter campione, vota Sardone"

Antonio Gurrado

La candidata della Lega non chiede il voto sulla base di promesse più o meno convincenti ma sulla base di una constatazione. Una logica inoppugnabile che potrebbe aprire nuove frontiere alla strategia politica

Riconosco un tocco di genio dietro il manifesto elettorale che recita "Inter campione, vota Sardone". Non tanto perché la smagliante candidata leghista abbia audacemente sfruttato la fortuna di non avere un cognome che rimi in -erda, -adra, o altre amenità; quanto perché ha associato l’esortazione al voto a un semplice dato di fatto, in questo caso un risultato di calcio.

 

Certo, sarebbe interessante vedere se il giochino funziona anche con claim meno popolari o emozionanti. Bisognerebbe provare a sperimentare manifesti di invito a votare Sardone perché J. J. Thomson ha scoperto l’elettrone, perché a Firenze c’è il Nuovo Pignone, perché Boccaccio ha scritto il "Decamerone", perché i treni arrivano in stazione.

La logica inoppugnabile di questa propaganda potrebbe tuttavia aprire nuove frontiere alla strategia politica. Se infatti innumerevoli campagne elettorali erano basate sul faticoso rincorrere promesse più o meno convincente, aprendosi agli incerti di un futuro imponderabile, in questo caso basterebbe rifarsi a una verità assodata, a una evidenza chiara e distinta, a una certezza autoevidente: per votare Sardone, basta una constatazione.