unsplash

Bandiera bianca

I giovani d'oggi si sentono giovani a trentatré anni

Antonio Gurrado

Una sorprendente intervista di Repubblica rivela il diffuso senso di sfiducia delle nuove generazioni nei confronti del futuro (chi l'avrebbe mai detto!). Ma per fortuna ci regala anche un grande scoop

Certo che alle volte è necessario infirmarsi per scoprire cose che non si sospetterebbero mai. Per esempio, su Repubblica ho trovato la notizia che i giovani d’oggi sono sfiduciati. Non c’è solo il sondaggio, che ritrae il quadro generale, ma anche l’intervista che scandaglia il caso specifico. Sentite. L’intervistato rivela che per progettare il futuro – comprare casa, mettere su famiglia – avrebbe bisogno di stabilità economica. Inaudito. E che in Italia, nel settore privato, si trova lavoro per lo più tramite conoscenze. Chi l’avrebbe mai detto. E che le entrate non sono minimamente adeguate al carovita e agli affitti. Sorprendente. E che per questo fra dieci anni si vede ancora costretto a lavorare. Lo so, si resta spiazzati. Ma, soprattutto, dall’intervista a quest’epitome della gioventù disperata (e particolarmente originale nei concetti che esprime), emerge uno scoop che avrebbe meritato maggior risalto. I giovani d’oggi non sono solo sfiduciati, poveri, instabili, costretti a lavorare per almeno altri dieci anni. I giovani d’oggi si sentono giovani a trentatré anni.

Di più su questi argomenti: