Il buffet in un hotel in Gallura con la ragazza in costume da bagno ricoperta di cioccolato stesa accanto ai pasticcini (LinkedIn/Federico Mazzieri) 

Bandiera Bianca

Ok l'indignazione per la ragazza cosparsa di cioccolato, ma pensiamo anche ai poveri animatori

Antonio Gurrado

Sul buffet di un hotel, tra dolci e pasticcini, è comparsa una ragazza seminuda coperta di cacao. Grandi strepiti e commozione per la strumentalizzazione del corpo della donna. Bene, ma rimangono molti punti da chiarire

Tentativo di esaurimento degli aspetti che mi lasciano perplesso riguardo alla storia della ragazza cosparsa di cioccolato nel buffet di un hotel in Sardegna.

Il fatto che l’azienda si sia scusata per avere offeso la sensibilità dei clienti senza menzionare in prima battuta la sensibilità della lavoratrice.

 Il fatto che i vacanzieri siano pronti a piantare una grana per un pelo nella minestra ma a nessuno faccia schifo che un corpo seminudo, con gli aspetti fisiologici repellenti che comporta, stia vicino al cabaret dei pasticcini.

Il fatto che nessuno abbia tenuto presente l’ipotesi che magari alla ragazza, per esibizionismo o feticismo, possa piacere star sdraiata cosparsa di cioccolato per una mezz’oretta su una tavola imbandita, o che possa addirittura essere stata lei ad avere avuto l’idea o quanto meno ad avallarla; il fatto insomma che tutti l’abbiano subito individuata come vittima, anziché come persona dotata non solo di dignità ma anche di libertà di scelta: così come nel celebre caso del lancio del nano, che anni fa diede il titolo a un bel libro di Armando Massarenti, in cui si argomentava che, se pure quella barbara pratica australiana urtava la nostra sensibilità riguardo ai diritti umani, andava comunque tenuto presente come il nano fosse consenziente, anzi spesso entusiasta di diventare famoso facendosi lanciare dai campioni di uno sport tanto singolare.

Il fatto, infine, che i clienti si mettano a strillare perché un hotel fa star sdraiata una ragazza cosparsa di cioccolato mentre a tutti va bene che, in infiniti hotel, infinite ragazze siano costrette a indossare ridicoli abiti principeschi, truccarsi il muso da gatto o da cane, ballare su canzoncine demenziali, darsi a giochi infantili per intrattenere i figli dei clienti che non sanno stare fermi e buoni per una mezz’oretta, mentre gli adulti cenano.

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