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Bandiera Bianca

Cosa ci dice della nostra società il fatto che ci fidiamo più delle bestie che dei cristiani 

Antonio Gurrado

Secondo un recente studio di una ditta di prodotti per animali domestici, riponiamo nei nostri amici a quattro zampe più fiducia che nei nostri simili. Tanto da consultarli per trarne auspici su cui regolare le nostre vite. Il ritorno del paganesimo

Un’indagine condotta da una ditta inglese di prodotti per animali domestici ha rivelato che due terzi dei proprietari non concedono un secondo appuntamento se lo spasimante non è piaciuto al proprio cane o al proprio gatto. Fermo restando che una ditta di prodotti per animali tira necessariamente acqua al proprio mulino, anzi al proprio serraglio, è chiaro che questa notiziola indichi un paio di interessanti tendenze antropologiche. Ad esempio, è la conferma che ci fidiamo più delle bestie che dei cristiani, al punto che il giudizio di un quadrupede fa aggio su quello di amici, parenti, vicini di casa impiccioni che mormorano “sposalo” dallo spioncino. Anzi, riteniamo gli animali depositari di una saggezza atavica inaccessibile a noi stessi; ragion per cui, se anche qualcuno ci piace ma il nostro cane ringhia o il nostro gatto gli piscia sulle scarpe, allora è evidente che il loro sesto senso ha avvertito qualcosa su cui il nostro stesso animo è accecato. Quindi la ditta di prodotti per i nostri piccoli amici non lo sa, crede di aver condotto un’indagine innocente, invece ha sancito il gran ritorno del paganesimo, della consultazione degli animali per trarne auspici su cui regolare le nostre vite. Aspettiamo fiduciosi i sacrifici umani.

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