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I vecchi musei rappresentano le belve come si deve: pericolose e da abbattere

Camillo Langone

Il primo piano del Palazzo dei Musei di Reggio Emilia è rimasto, miracolosamente, come al tempo degli avi. E anche se la tua visione del mondo animale è fondata sui cartoni Disney, potresti farcela a capire che l’unico rapporto possibile con simili fiere è una scarica di pallettoni

Ci salveranno i vecchi musei? I nostri nonni e bisnonni erano molto più intelligenti di nipoti e pronipoti e ne ho avuto conferma visitando il Palazzo dei Musei di Reggio Emilia. Al primo piano il museo è rimasto, volutamente, miracolosamente, come al tempo degli avi. E’ il piano delle raccolte naturalistiche con teche contenenti innumerevoli animali imbalsamati, come si usava. Le bestie più grosse (in gergo museale “esemplari preparati in posizioni drammatizzate a ricostruire scene di predazione”) si trovano in mezzo al corridoio: il serpentone che stritola la gazzella, la leonessa che azzanna la zebra, e l’orso eretto, zannuto, ferocissimo. Ti avvicini per osservare gli unghioni e anche se sei molto stupido, anche se la tua visione del mondo animale è fondata sui cartoni Disney, potresti farcela a capire che l’unico rapporto possibile con simile fiera è una scarica di pallettoni. Soltanto nei vecchi musei le belve sono rappresentate come si deve: pericolose e da abbattere. Con un realismo che è l’opposto dell’utopismo animalista odierno. Ci salveranno i vecchi musei? Temo non ci sia più nulla da fare, che sia troppo malato di estinzione l’uomo occidentale, e tuttavia prego che il museo di Reggio Emilia sia molto visitato, che l’orso omicida del Trentino sia al più presto fucilato.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).