bandiera bianca

L'insostenibile leggerezza del food delivery

Antonio Gurrado

Un’interessante ma poco comprensibile indagine di EY Foundation, tra grande consapevolezza ambientalista e poca voglia di pedalare

EY Foundation ha condotto un’interessante indagine di cui non ho capito nulla, tanto capillarmente ha suddiviso il campione fra digitali e analogici, sostenibili e insostenibili, utenti di app convenzionali e utenti di app antispreco. Così che ne risultino sottocategorie di difficile interpretazione come i sostenibili analogici utenti di app convenzionali o gli insostenibili digitali utenti di app antispreco. Sottigliezze che fatalmente sfuggono a me che, me ne dolgo, devo essere un insostenibile analogico utente di app convenzionali, cosa che mi colloca all’incirca un gradino sotto lo scimpanzè.

 

Ci credo che non ne ho capito nulla, abbiate pazienza, però almeno un dato mi sembra molto chiaro. I più fervidi clienti del food delivery sono i sostenibili digitali convinti che il cambiamento climatico sia un problema di cui occuparsi subito, ben informati sia sul conetto di sostenibilità, sia sul programma Agenda 2030 dell’Onu, sia addirittura sul modello del Sustainable Developement Goal. Insomma sono quelli che sono più moderni di me, più consapevoli di me, più informati di me, più buoni di me e disposti a tutto pur di vivere in modo tale da non causare il minimo danno neanche a un filo d’erba nell’ecosistema. Purché in bici contromano per portargli la cena a casa ci vada qualcun altro.

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