Foto tratta dal sito della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori

Bandiera Bianca

Il referendum sul peggio del peggio organizzato da Oreste Del Buono su Linus non si potrebbe più fare

Antonio Gurrado

Nel 1975 l'ex direttore di Linus chiede ai lettori di indicare quale peggio spiccasse nel peggio complessivo della regola italiana. Non ci sarebbe spazio per un'iniziativa del genere oggi. E non perché non si possa dire a questo o a quello che sono pessimi...

Forse più del primo volume monco dell’“Antimeridiano” di Oreste Del Buono, uscito nel 2010 e mai seguito (che io sappia) dal secondo, progetto di ponte rimasto molo che si affaccia sull’ampio mare aperto; ancor più di quello, dicevo, mi è prezioso il possesso dell’annata 1975 di Linus. È l’anno in cui Del Buono organizzò una mastodontica consultazione, un referendum sul peggio del peggio, dove i lettori erano chiamati a indicare quale peggio spiccasse nel peggio complessivo della regola italiana. Sulla scheda elettorale – le quattro facciate centrali del giornale – si poteva liberamente indicare le peggiori multinazionali e il peggior partito politico, la peggior località turistica e la peggiore squadra di calcio; i peggiori romanzi, i peggiori saggisti, i peggiori attori, i peggiori musicisti, le peggiori trasmissioni in radio e in tv, le peggiori professioni, le peggiori facoltà universitarie, fino ai peggiori fumetti in generale, i peggiori fumetti di Linus e, ovviamente, i peggiori difetti, i peggiori istinti, i peggiori desideri del lettore stesso che partecipava al referendum.

   

Magari è un bene che Oreste Del Buono non sia arrivato fino a vedere i propri cent’anni, oggi, poiché quel referendum non si potrebbe fare più. Non tanto perché non si possa dire a questo o a quello che sono pessimi, figuriamoci, ormai chiunque non fa altro in ogni dove. Il guaio è che oggi i denigratori del peggio lo fanno dall’alto di un’autoproclamata dirittura morale, che non contempla l’ipotesi ci sia del peggio in ciascuno di loro. Il referendum sul peggio del peggio oggi non sarebbe possibile perché nessuno ammette più di avere davvero difetti. Forse nemmeno istinti. Né desideri.

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