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bandiera bianca

Che c'entra Mozart con un rossetto

Antonio Gurrado

Il Requiem accompagna la pubblicità di un celebre marchio cosmetico. Che sia un memento mori? 

Cos’è, cos’è questa perentoria mannaia di archi in sottofondo alla pubblicità di un celebre rossetto, che inopinatamente si apre in automatico mentre leggo qualche notizia online? Dove ho già sentito questa melodia che, dopo qualche suono più tenue, subito torna a precipitare drammatica, conferendo un’aura irreale alla modella che si contorce ignara, applicandosi il rosso sulle labbra? Ma certo, è il “Requiem” di Mozart, come conferma l’isolata sillaba del coro – “Rex!” – prima che la pubblicità non richiesta si interrompa all’improvviso e internet torni un posto quasi normale.

Io intanto, richiamato alla memoria il prosieguo, sfoglio le notizie canticchiando “Rex tremendae majestatis / qui salvandos / salvas gratis / salva me, o fons pietatis” e mi domando come mai il celebre rossetto abbia scelto proprio quell’accompagnamento. Forse per insufflare nelle clienti più colte la tacita associazione con la parola “gratis”? Dubito, sarebbe un target troppo ristretto. O magari perché il copywriter, attratto dai solenni termini di regalità e maestà, le ha ritenute adeguate alla preminenza del marchio (è un rossetto davvero celebre) e non ha ritenuto di ascoltare oltre? Può darsi. A meno che non sia invece da intendersi come memento mori, onde ricordarmi che, senza la sottile intercapedine delle labbra, il rossetto alla fin fine viene applicato su uno scheletro. Allora la pubblicità apparsa a tradimento assume tutto un altro senso, e la danza della modella diventa macabra.

 

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