(Foto di Ansa) 

Bandiera Bianca

Così, tra 100 anni, avremo salvato la letteratura italiana

Antonio Gurrado

A Oslo una biblioteca custodisce inediti di autori selezionati "per la capacità delle loro opere di catturare l'immaginazione di questa e delle generazioni future". Scritti nel 2014, i loro racconti saranno svelati solo tra un secolo. Replicare in Italia, grazie

È la biblioteca del futuro, nel senso letterale del termine. All’ultimo piano della Deichman di Oslo è stata aperta un’avveniristica sezione che custodisce in una teca inediti di una decina di autori di fama internazionale, dalla Atwood a Knausgård. Si tratta di racconti scritti appositamente a partire dal 2014 per contribuire a un progetto dell’artista scozzese Katie Paterson, che prevede l’accumulo di queste storie composte sapendo che sarebbero state tenute nascoste fino al 2114, quando avremo qualche difficoltà a coprire la notizia.

 

Chissà che sorprese, allora: se scrive pensando solo al lungo termine, un autore si libera di condizionamenti e mode che talora lo rendono insopportabile o illeggibile. Per questo auspico un progetto simile anche per la letteratura italiana. Di scrittori insopportabili o illeggibili ne abbiamo a iosa, quindi convinciamoli a scrivere per i posteri custodendo le loro opere intonse in una teca a Bolzano o in Molise fino al 2122. La letteratura italiana non potrà che trarne giovamento. Certo, magari allora qualche libraio troppo zelante concluderà: “Se le hanno dimenticate qui per cent’anni, non varranno gran che”, e le butterà nel tritadocumenti. Ma, per il bene della letteratura italiana, è un rischio che va corso.

 

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