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bandiera bianca

Blanco dal Papa, si apre la polemica. Ma è da anni Sessanta

Antonio Gurrado

Per qualcuno non è stato opportuno invitare a Piazza San Pietro l'autore di una canzone in cui si parla di tanga da strappar via. Se l'episodio fosse un romanzo di Guareschi si intitolerebbe “Papa Francesco e i giovani d’oggi"

Se fosse un romanzo di Guareschi, si intitolerebbe “Papa Francesco e i giovani d’oggi”. Blanco, il diciannovenne vincitore di Sanremo, viene invitato a esibirsi all’incontro col Pontefice organizzato dalla Pastorale giovanile della Cei ed ecco immancabili le polemiche: le quali non si appuntano sul caso che – per confusioni di ruoli o per far risaltare lo pseudonimo – l’artista si esibisca in total white bensì sull’opportunità di invitare in un contesto ecclesiastico l’autore di una canzone in cui si parla di tanga da strappar via.

Così da un lato si crea la schiera di quelli che lo trovano impudico e scandaloso, e vengono tacciati di mantenere una posizione retrograda, da vecchi preti. Dall’altro c’è la schiera ancor più patetica di quelli convinti che per riavvicinare i giovani alla fede ci voglia come testimonial un loro coetaneo famoso, forte del successo in quel gran premio da gerontocomio che è il Festival musicale che la Rai manda in onda da settant’anni e rotti. Se fosse un romanzo di Guareschi, si intitolerebbe “Papa Francesco e i giovani d’oggi” e sarebbe ambientato negli anni Sessanta, esattamente come la polemica parrocchiale su Blanco.

 

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