(foto EPA)

bandiera bianca

Per essere veramente pol. corr. i Rolling Stones dovrebbero smettere di suonare

Antonio Gurrado

La band ha eliminato dalla scaletta dei concerti americani "Brown sugar", che contiene parole che rimandano al razzismo. Cancellando tutto il repertorio sarebbero davvero al passo con i tempi

Se uno tira fuori la lingua, prima o poi qualcun altro gliela mozza. Era inevitabile dunque che ai Rolling Stones capitasse di dover eliminare una canzone dal palinsesto dei concerti per la prossima tournée in America: è toccato a “Brown sugar”, che contiene parole piuttosto crude che rimandano a razzismo, schiavitù e violenza sessuale. A niente è valso che Keith Richards argomentasse in favore della narratività della canzone, spiegando che il testo mostra quelle cose orrende, non le glorifica. Cosa vuol sapere di una canzone un tizio che l’ha scritta e poi l’ha eseguita dal vivo migliaia di volte?

Ormai i veri proprietari di un’opera d’arte sono quelli che se ne scandalizzano. La scelta dei Rolling Stones è stata salutata come segno di progresso, vittoria sulle incomprensibili resistenze di un gruppo piuttosto antiquato; già però incombono nuovi campi di battaglia. “Paint it, black” descrive la depressione quindi è offensiva nei confronti dei depressi, “Mother’s little helper” è discriminatoria nei confronti di chi assume psicofarmaci, per non parlare di “Satisfaction”, in cui c’è addirittura uno che si fuma una sigaretta. Di questo passo i Rolling Stones, per salire su un palco, dovranno restare completamente zitti. Allora verranno finalmente considerati un gruppo al passo coi tempi.

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