(foto Ap)

bandiera bianca

Date un vocabolario ai latinisti del Comitato olimpico

Antonio Gurrado

Nutro alcuni dubbi sulla decisione dei membri del CIO di emendare il motto “Citius. Altius. Fortius” aggiungendo in coda “Communis”: che vuol dire anche banale, come questo slogan

Nutro alcuni dubbi sulla decisione dei membri del CIO di emendare il motto olimpico “Citius. Altius. Fortius” aggiungendo in coda “Communis”, che secondo loro vuol dire “Insieme”. Temo anzitutto che la scelta di aggiornare lo storico motto del 1894 sia passata più dall’inglese che dal latino, giocando sull’assonanza di “Faster. Higher. Stronger. Together” – assonanza ingannevole, ché i primi tre termini sono comparativi e l’ultimo, desinenza nonostante, no.

Poi mi chiedo se la scelta di aggiungere quell’ecumenico “Insieme” in coda al tradizionale impietoso “Più veloce. Più in alto. Più forte” non sia la prima avvisaglia di un futuro di gare che termineranno tutte con mastodontici ex aequo per non offendere nessuno. Inoltre – sarà che il mio latino è rimasto fermo a quando mi sono diplomato nel 1998, magari è cambiato nel frattempo – non so se per dire “Insieme” la scelta migliore sia “Communis”: forse sarebbe stato meglio “Cunctis”, addirittura con un bell’ablativo, anche se “tutti uniti” suonerebbe piuttosto ironico alla vigilia delle Olimpiadi dell’isolamento coatto. Soprattutto temo però che i latinisti del CIO, nello stabilire quest’aggiunta retorica un po’ melliflua, non abbiano consultato a dovere il dizionario: avrebbero scoperto che un’accezione di “Communis” è “ordinario, banale”, proprio come questo nuovo slogan.

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