BANDIERA BIANCA

Dove finisce il culto e comincia il no profit

Antonio Gurrado

Nell'ultima campagna pubblicitaria la Chiesa valdese sottolinea la destinazione delle donazioni: “interventi educativi, sociali, culturali e per l’ambiente”. Ma allora perché non chiedere direttamente il cinque per mille?

Anche a non volerlo notare, me l’han piazzato dinanzi all’uscio quindi ogni giorno rileggo il cartellone con cui la Chiesa Valdese si propone per l’otto per mille. All’ennesimo passaggio è inevitabile notare come sia chiaramente specificato che “nemmeno un euro è utilizzato per le spese di culto”. Ed è consequenziale domandarsi: è più giusto che una chiesa utilizzi il denaro dei sostenitori per le spese di culto oppure che, au contraire, dia l’impressione di vergognarsi del culto al punto da specificare di non volerci spendere il denaro dei sostenitori?

Quanto all’utilizzo di quei soldi non destinati al culto, il cartellone risponde con grande trasparenza che il denaro verrà destinato a “interventi educativi, sociali, culturali e per l’ambiente”. Ora, uno può anche non stare a sindacare sul caso che per una chiesa un albero risulti valere più del culto; bisogna però notare come le attività educative, sociali, culturali e per l’ambiente in questione collimino di fatto con le attività socialmente rilevanti di enti e fondazioni non culturali come l’Unicef, Amnesty International, Save the Children, Emergency, Fai, Legambiente… Anche a essere valdesi, insomma, dovrebbe venire spontaneo domandarsi perché la Chiesa Valdese non si proponga per il cinque per mille.

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