Ritratto presunto di Leone l'Africano (Sebastiano del Piombo, intorno al 1520) - via Wikipedia 

Bandiera Bianca

Pagine bianche

Antonio Gurrado

Il celebre divulgatore Richard Cohen si è visto rifiutare il suo ultimo libro due volte dallo stesso editore per un problema di inclusione. In fondo è la conferma di ciò che già sapevamo

Disavventura per Richard Cohen, celebre divulgatore che si è visto rifiutare il suo ultimo libro due volte dallo stesso editore per cui aveva già firmato. Cohen ha impiegato circa dieci anni a comporre un tomo spesso così intitolato “The History Makers”, una retrospettiva sulle persone che nel passato hanno raccontato ciò che per loro era il passato; una storia della storia, insomma, anzi storiografia al quadrato.

 

 

L’editore ha ricevuto il manoscritto come concordato ma lo ha rispedito al mittente, spiegando che nelle settecentocinquanta pagine non comparivano abbastanza storiografi neri. Cohen ha ammesso la mancanza, s’è rimesso al lavoro e ha prodotto un’altra cinquantina di pagine; leggo sull’Observer che ha aggiunto scrittori che vanno da Leone l’Africano, storico berbero del XV secolo, a Toni Morrison. L’editore non lo ha comunque ritenuto sufficiente e ha annunciato che non pubblicherà il saggio.

 

Checché se ne dica, non è una questione di libertà di parola: Cohen è libero di cercare un altro editore e lo troverà forse prima ancora che io finisca di scrivere questa paginetta; c’è sempre un altro editore. Il suo libro così bianco era in fondo la conferma di ciò che già sapevamo, cioè che la storia la scrivono sempre i vincitori. Anche il doppio rifiuto del suo editore, in fondo, fornisce un’ulteriore conferma di questa legge generale; è solo che i vincitori sono cambiati.

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