(foto Ansa)

Bandiera Bianca

Il numero chiuso in Galleria a Milano dimostra che la matematica in Italia è un'opinione

Antonio Gurrado

La misura adottata per contingentare la folla non prevede ingressi massimi e si presta alla discrezionalità: così qualsiasi dato oggettivo può essere piegato a interpretazioni discordi

Il numero chiuso in Galleria Vittorio Emanuele a Milano non è un numero e non è chiuso. Non è un numero perché non è prevista (leggo) una cifra di ingressi massimi; c’è qualche poliziotto all’ingresso che si regola a occhio in base al fatto che gli sembri o meno che all’interno ci sia assembramento. E “assembramento” è una di quelle parole che riecheggiano le peggiori vaghezze filosofiche di “sostanza” o “monade”, parole sul cui significato tutti s’accapigliano, possono voler dire tutto o niente e, alla fine, si scopre che non esistono. Non essendo numero, non è neanche chiuso.

 

Se ci fosse un’ipotetica soglia massima di cento ingressi, il centesimoprimo sarebbe precluso matematicamente. Ma, in assenza di soglia, tutti gli ingressi possono essere l’eccezionale centesimoprimo agli occhi di un guardiano benevolo o distratto. Eppure il numero chiuso in Galleria Vittorio Emanuele campeggia su tutti i titoli dei giornali, con un duplice effetto. Primo, la creazione di una realtà alternativa nella mente dell’opinione pubblica, certa del ritorno degli scherani asburgici ai vari ingressi della Galleria, indefettibili nell’impedire che detto numero venga superato e capaci così, tramite rigido controllo, di salvare alfine Milano dal virus. 

 

Secondo, l’ormai consueto utilizzo del numero come concetto nebuloso, apotropaico, totemico. A furia di calcoli e di grafici in questi mesi abbiamo scoperto che in Italia la matematica è un’opinione, e che qualsiasi dato oggettivo può essere piegato a interpretazioni discordi e sottoposto a discussioni infinite prima di dare adito a soluzioni contraddittorie. La non-notizia del numero chiuso in Galleria Vittorio Emanuele dimostra ancora una volta che in Italia i numeri sono puramente decorativi. Come, del resto, le parole.