(foto LaPresse)

Dopo 6 mesi di chiusura, la scuola saprà ancora dimostrarsi utile?

Antonio Gurrado

Nell’anno iniziato oggi, al di la dell'interesse a preservare la salute di tutti, c’è in gioco la capacità del sistema scolastico di fare la differenza nella vita di studenti, insegnanti e genitori

Ai di là del metro di distanza tra i banchi, delle eventuali rotelle, della mascherina, del percorso obbligato per andare in bagno, del dibattito sulla didattica integrata, del protocollo sanitario e del più generale interesse a preservare la salute di tutti, c’è qualcos’altro in gioco nell’anno scolastico che è iniziato oggi? Ricapitoliamo. Sei mesi di chiusura hanno fatto sospettare agli alunni che la scuola fosse inutile, visto che con mesi di anticipo sono stati tutti promossi d’ufficio tramite proclama orecchiato in tv, visto che man mano tutte le altre categorie venivano riaperte man mano che la fase due succedeva alla fase uno, e visto che il minuetto degli esami di maturità in presenza ha avuto solo valore simbolico di rito di passaggio secondo lo stesso ministro dell’istruzione. 

 

 

Sei mesi di chiusura hanno fatto sospettare agli insegnanti che la scuola fosse inutile, visto che durante la didattica a distanza hanno ricevuto lo stesso stipendio colleghi che lavoravano il triplo e colleghi che lavoravano un decimo o zero. Sei mesi di chiusura hanno fatto sospettare ai genitori che la scuola fosse inutile, se non per sistemare da qualche parte i figli durante l’orario di lavoro. Sei mesi di chiusura, infine, hanno fatto sospettare che la scuola fosse inutile anche per il governo: a parte impegnarsi a riaprirla in settembre, non ha approfittato della lunga pausa per impostare una riforma complessiva (dell’organizzazione e delle infrastrutture) di cui i fatti avevano dimostrato la necessità. Al di là dell’interesse a preservare la salute di tutti, nell’anno iniziato oggi c’è in gioco soprattutto la capacità della scuola di dimostrarsi ancora utile, di fare la differenza nella vita e nella società, non solo nell’applicazione del protocollo sanitario, nel dibattito sulla didattica integrata, nell’individuazione del percorso obbligato per andare in bagno, nella misurazione del metro di distanza fra i banchi, nelle eventuali rotelle.