Italiani, razzisti immaginari

Antonio Gurrado

I principii astratti confliggono con le paure profonde. le risposte a un sondaggio mostrano che una persona su tre quando parla di immigrazione non è in grado di ragionare

Italiani, razzisti immaginari. La curia di Trento ha commissionato un sondaggio per indagare sugli effetti di un progetto di integrazione degli immigrati nella comunità locale. I risultati sono sorprendenti. Il 59 per cento degli intervistati sostiene di aver paura degli immigrati ma il 74 per cento ritiene che l’accoglienza costituisca un vantaggio sia per chi ospita sia per chi viene ospitato. Se ne deduce che il 41 per cento non ha paura, il 26 per cento non è favorevole, e fin qui è normale, mentre un significativo 33 per cento giudica positivamente l’accoglienza di immigrati che gli fanno paura, o ha paura degli immigrati che ritiene giusto accogliere. Significa che i principii astratti confliggono con paure profonde e che, di fatto, una persona su tre quando parla di immigrazione non è in grado di ragionare.

 

Non solo. Fermo restando il 59 per cento di persone che ha paura degli immigrati, il 60 per cento del campione ritiene che dopo il loro arrivo la comunità sia cambiata in meglio. Se ne deduce che il 19 per cento degli intervistati ha paura degli immigrati che hanno contribuito a migliorare la vita locale; o, quanto meno, ha paura degli immigrati in genere pur riconoscendo che nello specifico l’integrazione si è rivelata un bene. Una persona su cinque, quindi, è terrorizzata dall’immigrazione non come fenomeno politico ma come fenomeno psichico. Spero di aver sbagliato i conti.

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