I guai di Celentano che ricordano tanto quelli di Grillo

Antonio Gurrado

Due vecchie star della televisione che fanno ancora parlare di sé, con progetti mastodontici molto discussi che però vanno sempre peggio

Ricapitoliamo. C'è una vecchia star televisiva, nota a tutti gli italiani, che riesce a far notizia anche con i vuoti, le assenze, le sparizioni e i silenzi. Ci sono i suoi discorsi, un po' proclami un po' omelie, che rimasticano il sentito dire in tono apocalittico ma riescono - travalicando talvolta i limiti del senso razionale - a far presa su milioni di italiani, mentre una minoranza resta a osservarli basita, spiazzata se non sconvolta dal loro successo. C'è un progetto mastodontico e roboante, intrapreso una decina di anni fa con contorni vaghissimi e sfumati ma che quest'anno ha definitivamente conseguito chiarezza: si tratta di far qualcosa che in Italia nessuno ha mai provato, con mezzi tecnologici assolutamente innovativi. Tutti ne parlano estasiati anche se nessuno sa bene come funzioni. C'è qualche difficoltà a farlo partire ma, finalmente, i risultati della grande iniziativa vengono messi sotto gli occhi di tutti. Lì però iniziano i guai: c'è qualche confusione pratica, non si capisce bene chi faccia cosa, qualche grosso nome coinvolto si sfila polemicamente, la percentuale di italiani che seguono il progetto cala di settimana in settimana, anche drasticamente, e qualche scettico blu inizia a far di conto per capire quanti soldi costi tutto l'ambaradan. Letta questa notizia sui giornali, ho faticato un po' a capire che si trattava di Celentano e dello show Adrian anziché di Beppe Grillo e del governo del cambiamento.

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