Perché diamo ragione alla scienza solo quando conferma i luoghi comuni

Antonio Gurrado

Le donne sono più emotive degli uomini, rivela una ricerca di cui si sta parlando molto. Solo che lo studio dice anche molte altre cose, rimaste nell'indifferenza generale

Le donne sono più portate all’empatia e alle emozioni, gli uomini alla sistematizzazione e al pragmatismo. Be’ grazie, lo sapevamo già. Solo che ora lo sancisce una ricerca dell’Università di Cambridge, pubblicata giorni fa sulla rivista dell’Accademia Statunitense delle Scienze e ripresa oggi dai nostri giornali. E' indicativo notare come la parte dello studio che ha più colpito l’immaginario popolare sia quella che ricalca il luogo comune. E' invece passato sotto silenzio che tale ricerca faccia parte di un vasto progetto dello psicologo Simon Baron-Cohen (sì, è il cugino di Sacha, quello di Borat) che sta cercando di ridefinire il concetto metafisico di male in un’accurata misurazione del grado di empatia cui si è portati: così ridimensiona la solfa dell’uomo cattivo per colpa della società senza per questo sottrarre all’individuo la responsabilità di una scelta morale giusta o sbagliata. La sua interessante teoria si trova nel libro “La scienza del male” (Raffaello Cortina editore) e merita una lettura. Ci si troverà anche il presupposto su cui si basa l’intero progetto di ricerca: l’empatia è una caratteristica umana di cui gli animali sono privi; anche quando discerniamo barlumi di empatia in una bestiola, non solo l’empatia umana risulta qualitativamente differente ma l’empatia animale è una mera proiezione del nostro immaginare che altre specie provino sentimenti. Il nostro cagnolino ha dunque un grado di empatia inferiore a un gerarca nazista e dovremmo guardarlo con orrore, altroché. Curiosamente questo pezzo di teoria non ha avuto gran successo mediatico, poiché siamo tutti pronti a dar ragione alla scienza solo quando conferma le nostre idee.

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