Il paradosso di Cenerentola spiegato alle femministe puritane
Le attrici Keira Knightley e Kristen Bell vietano alle figlie di vedere alcuni classici Disney che, dicono, sarebbero diseducativi
Keira Knightley proibisce a sua figlia di guardare Cenerentola: è la storia di una donna povera che si riscatta a opera di un principe ricco quando invece bisogna insegnare alle ragazze a farsi strada da sé, ha spiegato in tv. Proibisce altresì di guardare la Sirenetta, perché sua figlia non prenda esempio dalla protagonista capace di sacrificare la propria voce per un uomo quando invece il vero amore è quello di chi non rinunzia mai a nulla. Bel tentativo, Keira, ma non pareggia la simultanea sortita di Kristen Bell la quale, dinanzi alle figlie, stigmatizza Biancaneve poiché la protagonista non dà esplicito consenso a ricevere il bacio del principe mentre dorme avvelenata. La teoria sottesa a cotali proibizioni sta nel reputare (cito la Bell) che “tutto costituisce un messaggio per i nostri figli, in quanto sono spugne che assorbono tutto e imparano a essere adulti in base a ciò che vedono”. Volendo, si può sindacare. Un po’ i genitori s’illudono sempre di determinare con le proprie azioni la pedissequa crescita dei figli, senza accettare che siano persone differenti da loro; un po’ si tratta, in miniatura, della stessa convinzione medievale secondo cui tutto il mondo parla a noi, proprio a noi, forgiandoci (diceva Alano di Lilla, XII secolo: “Omnis mundi creatura / quasi liber et pictura / nobis est, et speculum”). Ma sono questioni di lana caprina rispetto al dubbio fondamentale: da piccola Kristen Bell ha mai guardato Biancaneve? Sì. E qualcuno ha mai proibito a Keira Knightley di guardare la Sirenetta? No, anzi dice che è il suo cartone Disney preferito. Allora perché ciò nonostante non sono diventate baciatrici di ipnotizzati non consenzienti, allora perché si sono comunque rivelate brave abbastanza da far strada da sé? Purtroppo le loro figlie sono troppo piccole per domandarlo.