Papa Francesco (foto LaPresse)

Perché la Chiesa di Francesco dovrebbe riscoprire il Silenzio

Antonio Gurrado

Per Pasqua ecco un libro da consigliare in Vaticano, spesso chiacchierone e talvolta intorcinato sulla creatività del proprio ufficio stampa

Utile in questi giorni è leggere il nuovissimo romanzo d'esordio di Mariantonia Avati, "Il silenzio del sabato" (La Nave di Teseo), ambientato il giorno prima della Risurrezione. Serve a ricordare un dettaglio fondamentale ma troppo spesso sfuggito a una Chiesa chiacchierona e talvolta intorcinata sulla creatività del proprio ufficio stampa: il cristianesimo è nato in un giorno di silenzio. Nel sabato successivo alla crocifissione, per ore che nel romanzo paiono interminabili ai protagonisti evangelici, Cristo è morto e Dio tace. In queste ore di vuoto la Madonna, San Giovanni e gli altri devono trovare la forza della fede in se stessi, misurandola con il dubbio che quell'assenza lascia serpeggiare in attesa che si realizzi la promessa. Nel dubbio la Chiesa incipiente forgia la saldezza della propria fede e nel silenzio esplora i confini delle proprie certezze; in quel silenzio in cui, scrive la Avati, non bisogna "confondere con le parole quello che i fatti avrebbero reso comprensibile poi". Troppo ufficio stampa significa meno fatti e meno comprensione.

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