Lo sfasciatore di iPhone a Apple di Digione (immagine di Youtube)

La differenza tra lo sfasciatore di iPhone e il profanatore di chiese

Antonio Gurrado
Giovedì il primo è entrato in un negozio Apple di Digione con in mano una pallina da pétanque, ossia d'acciaio, e l'ha schiantata con grande accuratezza sul display di ciascun dispositivo esposto. Il secondo è entrato vestito da giocatore di baseball in quattro chiese di Roma e ha preso a sfasciare statue e candelabri.

Che differenza passa fra il tizio che sfonda gli iPhone nel negozio Apple e il tizio che distrugge le statue nelle chiese di Roma? Secondo me, nessuna. Giovedì il primo è entrato in un negozio Apple di Digione con in mano una pallina da pétanque, ossia d'acciaio, e l'ha schiantata con grande accuratezza sul display di ciascun dispositivo esposto, causando un danno complessivo di cinquantamila euro. Fra venerdì e sabato, invece, il secondo è entrato vestito da giocatore di baseball in quattro chiese di Roma e ha preso a sfasciare statue e candelabri: ha danneggiato una Santa Prassede, un Sant'Antonio, un San Giuseppe, una Madonna con Bambino e un Crocifisso, gettandolo a terra prima di accanircisi. Entrambi hanno agito con calma olimpica. Entrambi, per qualche curiosa ragione, avevano per le mani attrezzatura sportiva. Entrambi hanno proceduto indisturbati fino all'arresto.

 



 

Anche le loro motivazioni mi sembrano collimare: il primo aveva in odio la Apple, in quanto creditore di un rimborso che non gli era mai stato versato, quindi si è preso una rivalsa spaccando tutto ciò che recava il simbolo della mela; il secondo aveva in odio il Cristianesimo, in quanto appartenente a un altro monoteismo, quindi si è preso una rivalsa spaccando tutto ciò che recava il simbolo della croce. Se però leggiamo gli articoli sullo sfasciatore di telefonini di Digione, apprendiamo che il suo gesto deriva in linea retta dalla motivazione economica; mentre, se leggiamo gli articoli sullo sfasciatore di chiese di Roma, apprendiamo il suo gesto non deriva dalla motivazione religiosa ma che il poveretto ha agito in preda alla follia. Eccola, la differenza.

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