Contro la notte europea dei ricercatori

Antonio Gurrado
Scrivo contro la notte europea dei ricercatori. Sarò più dettagliato. Scrivo contro la notte perché questa notte bianca accademica evoca ore di divertimento e di passione collettiva; ma se la ricerca viene considerata divertimento e passione, anziché un lavoro come un altro, è facile trovare scuse per farla praticare senza retribuirla.

Scrivo contro la notte europea dei ricercatori. Sarò più dettagliato. Scrivo contro la notte perché questa notte bianca accademica evoca ore di divertimento e di passione collettiva; ma se la ricerca viene considerata divertimento e passione, anziché un lavoro come un altro, è facile trovare scuse per farla praticare senza retribuirla. Scrivo contro l'Europa perché capovolge cause e conseguenze: gli iperbolici finanziamenti comunitari hanno avuto l'effetto collaterale di far imbastire talvolta progetti miopi la cui finalità non si spingesse oltre l'ottenimento del finanziamento stesso, educando nuove generazioni a dimenticare che in accademia il finanziamento è fatto per il progetto e non il progetto per il finanziamento.

 

Nelle università l'Unione Europea è inoltre assurta a figura totemica, al punto da indurre persone intelligenti a vagheggiare la rovina del sistema accademico britannico per via della Brexit, senza supporre che nell'ultimo quarto di secolo possa essere stato il continente a trarre vantaggio dallo scambio con le secolari università d'oltremanica. Scrivo infine contro i ricercatori, o meglio contro l'immagine eroica della ricerca: la retorica bolsa che da qualche anno ne narra agiograficamente vite e miracoli rispecchia l'identificazione della ricerca scientifica in nuovo criterio del bene e del male, sostituto della religione cui affidarsi ciecamente. Cito dalla brochure dell'Ue: “Che tipo di eroe vorresti essere? Un eroe che combatte il cancro o il riscaldamento globale? O uno che sconfigge fame e siccità? Un eroe che inventa ausili per i disabili o che sogna di portare vita umana nello spazio?”. Scrivo antieroicamente contro questa notte che rende le vacche tutte bigie, la notte che popolarizza la ricerca per farne culto, superstizione, magia.

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