Vendemmia 2016 abbondante e di qualità, l'Italia riconquista la leadership

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Roma, 6 set. (Labitalia) - "Una buona vendemmia che mantiene valori quantitativi da record superando le previsioni di Spagna (42,9 milioni di hl) e Francia (43 milioni di hl). Dopo un andamento primaverile non sempre favorevole, l'estate si sta chiudendo con ottime condizioni. Il miglior battesimo per l'Osservatorio del vino, promosso da Uiv e Ismea che, quest'anno per la prima volta, diffonde le previsioni vendemmiali raccogliendo l'eredità della ventennale collaborazione tra questi due soggetti. I dati rilevati, sono frutto di una ricognizione puntuale effettuata tra il mese di agosto e i primi di settembre in tutte le zone vitate del Paese, integrati, grazie all'Osservatorio, in un sistema organico e strutturato di monitoraggio della produzione e dei mercati interno e internazionale che rappresenta un punto di svolta per il sistema vitivinicolo italiano".

Roma (Labitalia) - "Una buona vendemmia che mantiene valori quantitativi da record superando le previsioni di Spagna (42,9 milioni di hl) e Francia (43 milioni di hl). Dopo un andamento primaverile non sempre favorevole, l'estate si sta chiudendo con ottime condizioni. Il miglior battesimo per l’Osservatorio del vino, promosso da Uiv e Ismea che, quest’anno per la prima volta, diffonde le previsioni vendemmiali raccogliendo l’eredità della ventennale collaborazione tra questi due soggetti. I dati rilevati, sono frutto di una ricognizione puntuale effettuata tra il mese di agosto e i primi di settembre in tutte le zone vitate del Paese, integrati, grazie all’Osservatorio, in un sistema organico e strutturato di monitoraggio della produzione e dei mercati interno e internazionale che rappresenta un punto di svolta per il sistema vitivinicolo italiano".

 

Con queste parole Antonio Rallo, presidente Unione italiana vini, commenta i risultati della ricognizione operata tra il mese di agosto e la prima decade di settembre sul territorio nazionale da Uiv e Ismea con la collaborazione del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, presentati oggi in una conferenza stampa organizzata al Mipaaf.

 

"L'Italia - sottolinea il ministro Maurizio Martina - si conferma primo produttore di vino al mondo per quantità. Un dato importante, soprattutto tenendo conto della grande qualità che sappiamo sviluppare in tutti i territori delle nostre regioni. Ora dobbiamo diventare leader anche per valore. Una sfida alla nostra portata, che vogliamo e dobbiamo vincere insieme ai produttori, continuando a in vestire su qualità e innovazione".

 

"Il governo - assicura il ministro - fa la sua parte. Nel nostro piano di ricerca per le biotecnologie sostenibili, c'è un Focus specifico dedicato alla vite, così come la viticoltura sarà protagonista nella crescita dell'agricoltura di precisione in Italia. Agiamo poi sulla semplificazione per le aziende e sul fronte della promozione e della tutela. Anche sul web. Proprio il 9 settembre, il nostro Paese sarà protagonista sulla piattaforma di e-commerce Alibaba in occasione della giornata dedicata al vino. Un segnale importante che ci dimostra le potenzialità di questo settore e le occasioni da cogliere sui mercati internazionali".

 

"Abbiamo un sistema vitivinicolo da oltre 14 miliardi di euro, con un export che nel 2015 ha toccato il record dei 5,4 miliardi - ricorda Martina - e che nei primi cinque mesi del 2016 ha registrato un trend in crescita. Non solo numeri, ma tradizione, legame con il territorio, eccellenza, una biodiversità che vanta oltre 500 vitigni coltivati. È questo che rende il sistema Italia unico al mondo. È su questo che dobbiamo costruire il successo dei prossimi anni".

 

Da parte sua, Raffaele Borriello, direttore generale Ismea, aggiunge: "Anche quest’anno, il vino italiano conferma la propria leadership mondiale per quantità prodotta. I dati previsionali Ismea-Uiv indicano una produzione 2016 di 48,5 milioni di ettolitri, in contrazione del 2% rispetto al 2015. La qu lità attesa si presenta buona in molte aree del Paese, grazie al favorevole decorso climatico. Ci sono quindi tutti i presupposti affinché, anche la nuova campagna prosegua gli ottimi risultati già raggiunti dal settore negli ultimi anni. Oltre al dato produttivo, ciò che appare determinante per le sorti del settore è il percorso di crescita sui mercati internazionali. Su questo fronte, dopo l’ennesimo record in valore del 2015, esistono margini per guardare con ottimismo anche all’anno in corso, visto che i dati dei primi cinque mesi indicano una crescita dell’export sia in volume sia in valore, che lascia presagire i l raggiungimento di un ulteriore record in chiusura d’anno dopo quello del 2015".

 

"Dalle basi spumante alle uve bianche che si stanno raccogliendo in questi giorni - precisa Antonio Rallo - tutti i valori fanno presagire un’ottima qualità del vino confermando prospettive eccellenti anche per le rosse, seppur l’ultima parola sarà data al momento della raccolta. Ora però dovremo essere bravi e capaci nel tradurre una buona annata, in vigna e in cantina, in una altrettanto eccellente stagione commerciale sui mercati interno e internazionale. La qualità della vendemmia è un’ottima premessa competitiva purché non rimanga da sola".

 

"Abbiamo le migliori condizioni - assicura - per imprimere al nostro export un ulteriore salto in avanti. I dati sull’esportazione dei primi cinque mesi dell’anno (+3,8% a valore su gennaio) confermano il trend di crescita annua attorno al +5%, ma dobbiamo fare di più per trasformare il rinnovato primato produttivo mondiale anche in un’eccellente performance commerciale, semplificando e razionalizzando l’offerta del prodotto secondo il modello seguito prima dal Prosecco e oggi dalla Doc Pinot Grigio delle Venezie, dove l’integrazione della filiera produttiva non ha sacrificato le specificità territoriali".

 

"Recuperano i volumi, aumentano i vini a Do e, questi, sono indubbiamente elementi positivi accanto però a una crescita ancora inferiore rispetto ad altri competitor internazionali e realizzata in prevalenza grazie agli spumanti. Un successo, quello delle bollicine, che deve continuare ma non può, da solo, supportare la crescita delle nostre esportazioni. Poi, dobbiamo guardare con nuova attenzione al mercato interno che, ricordiamolo, rappresenta ancora il primo mercato per il nostro vino assorbendo il 50% del prodotto. Le imprese devono tornare ad investire sul consumatore italiano”, conclude Antonio Rallo.

 

A livello territoriale, si evidenzia una sostanziale disomogeneità di situazioni tra regioni confinanti e al loro interno. Tra le prime 4 grandi regioni produttrici, la Sicilia mostra una flessione (-15%), mentre in lieve crescita si stimano le produzioni di Veneto (+2%), grazie all’entrata in produzione dei nuovi impianti (soprattutto del Prosecco), Puglia (+2%) ed Emilia Romagna (+5%).

 

Al Nord, poi, si assiste a un lieve recupero produttivo del Piemonte dopo due anni scarsi (+5%), a cui si affianca la decisa crescita della Valle d’Aosta (+17%) e una stabilità della Liguria. Anche in Friuli Venezia Giulia i nuovi impianti fanno restare la produzione 2016 molto al di sopra della media degli ultimi 5 anni, sebbene con una lieve flessione sul precedente (-4%). Lombardia (-13%) e Trentino Alto Adige (-9%), invece, hanno sofferto maggiormente le incertezze climatiche.

 

Scendendo lungo la Penisola si evidenzia l’arretramento di Toscana (- 8%) e Umbria (-8%) a fronte di segni lievemente positivi per Lazio, Abruzzo e Marche. Annata da dimenticare per i volumi della Campania (-20%), regione che ha sopportato molte avversità climatiche durante tutto l’arco dello sviluppo vegetativo. Buona la vendemmia anche in Molise, Calabria e Basilicata, dove le prime stime si collocano su terreno positivo rispetto a quella dello scorso anno. Stabile la Sardegna.

 

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