Uomini dell'esercito iracheno

Una crociata per conto terzi a Palmira

Redazione
L’esercito siriano nella città storica. Operazione per riprendere Mosul

La televisione di stato siriana ha annunciato che l’esercito di Damasco è entrato a Palmira, la città patrimonio mondiale dell’Unesco conquistata a maggio scorso dallo Stato islamico i cui tesori millenari sono diventati preda delle distruzioni dei fanatici jihadisti. L’esercito mira da tempo alla riconquista della città simbolo, ma la spinta fondamentale è arrivata solo negli ultimi mesi grazie ai bombardamenti dell’aviazione di Mosca, che sono continuati con costanza anche in questi giorni nonostante l’annuncio della fine delle operazioni russe dato dal presidente Vladimir Putin poche settimane fa. Secondo il Syrian observatory for human rights l’esercito è entrato nell’area residenziale e ha compiuto un’incursione anche nel nord della città, dopo aver conquistato tutte le colline circostanti, ma è rallentato dal fatto che i miliziani islamisti hanno minato ampie porzioni di territorio.

 

L’importanza strategica di Palmira, lontana dai gangli vitali del Califfato, è discussa, ma il suo valore storico e la sua eccezionale importanza simbolica fanno della sua riconquista una vittoria importantissima. Riprenderla è un obbligo e una crociata, si è detto. Ma il crociato non è l’occidente. E’ l’esercito del rais siriano Assad con il suo alleato russo, che mettono una pezza, almeno in quest’area, all’immobilismo dell’occidente. Mentre l’esercito siriano entrava a Palmira, inoltre, le forze militari irachene lanciavano un’operazione a lungo attesa per riconquistare Mosul, capitale dello Stato islamico nel paese, con il sostegno dell’aviazione americana e dei peshmerga curdi. Gli iracheni avrebbero già riconquistato alcuni villaggi. Mentre l’Europa è funestata dal terrorismo islamico la lotta al terrore riprende da dove tutto è iniziato, nonostante la nostra paralisi.

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