I giornaloni e il pensiero unico della nazione

Claudio Cerasa

Presto calerà il silenzio sull’operazione Stampa-Repubblica. Ma la svolta c’è e sarà incisiva. Il partito unico della nazione ha antiche radici: oggi è la linea per tutte le inconsolabili vedove della repubblica dei partiti. Il pensiero unico del partito unico chiede l’informazione unica.

 

Al direttore - Caro Cerasa, presto calerà il silenzio sull’operazione Stampa-Repubblica. Ma la svolta c’è e sarà incisiva. Il partito unico della nazione ha antiche radici: oggi è la linea per tutte le inconsolabili vedove della repubblica dei partiti. Il pensiero unico del partito unico chiede l’informazione unica. La mia lettura politica è in questo schema. Dal 1945 al 1965 abbiamo avuto una stampa cosiddetta indipendente in difesa dell’esistente e una stampa di partito per alimentare le prospettive politiche conflittuali. Dal 1965 al 1985 è esplosa la crisi dei giornali di partito. “L’editoria indipendente” si divise in due: chi volle controllare il potere contrastandolo e chi volle controllare il potere sostenendolo, e il primo gruppo era guidato da Repubblica, il secondo gruppo era guidato dalla Fiat di Agnelli. Dal 1985 al 2015 scomparvero i giornali di partito. L’informazione si dimenò tra nuove tecnologie e strepitose perdite da sanare con denaro pubblico. Oggi si annuncia una nuova fase politica di sistema. Il centro del potere politico non è più nello Stato nazionale. Ha perso ruolo sia l’editoria di sostegno sia quella di ricatto. Non è casuale che nasce oggi il polo del futuro. L’editoria rinuncia al controllo del potere per assumere il ruolo di organo del residuo potere locale. Se avanza la prospettiva del partito della nazione per gestire il governo delle cose locali il polo del futuro è  pronto. Le inchieste locali hanno poca influenza sul potere sovranazionale. Pensiero unico, partito unico in una democrazia rappresentativa residuale e affidataria richiedono un monopolio informativo di sostegno. Tv di stato ed editoria privata sostenuta dallo stato sono già disponibili per la grande svolta. Resta in sospeso una piccola questione: che ne sarà del Corriere della Sera? Penso, ma posso sbagliare, che il  suo futuro sia o nella fusione con il Sole 24 Ore (il vero quotidiano della borghesia produttiva) o una autorevole voce europea della borghesia italiana nel mondo. Con il polo unico dell’informazione unica, le prime vittime saranno i giornalisti: o appagati e fregati o ribelli e zimbelli! Con amicizia.
Rino Formica

 

Lei, in pratica, mi sta dicendo che i giornali diventeranno tutti complici del pensiero unico politicamente corretto. Qui al Foglio abbiamo già pronte molte bottiglie di champagne. Cin cin.

 

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.