L'Italia vive sempre di più, ma senza nuove nascite rischiamo il crac

Roberto Volpi
Le tavole sulla mortalità dell'Istat testimoniano che quanto ad allungamento della vita umana non soltanto l’Italia non si ferma più (senza essere seconda a nessuno) ma sta viaggiando a velocità “parossistiche”.

Se l’area Expo verrà o meno trasformata in un polo scientifico di eccellenza dedicato all’allungamento e al miglioramento della vita umana, lo si saprà nei prossimi mesi, intanto l’Italia si può fregiare di un primato: le tavole sulla mortalità, che l’Istat ha appena aggiornato all’anno 2014, testimoniano infatti che quanto ad allungamento della vita umana non soltanto l’Italia non si ferma più (senza essere seconda a nessuno) ma sta viaggiando a velocità “parossistiche”.

 

Qui non si tratta, per capirci, di annotare che la vita media degli uomini ha varcato la soglia degli 80 anni mentre quella delle donne ha agguantato gli 85, traguardi annunciati. Si tratta piuttosto di rimarcare il modo con cui si è arrivati a questi traguardi che, francamente, un po’ perfino spaventa.

 

Insomma, ecco la domanda: dov’è che si vuole arrivare di questo passo? Perché nel corso del 2014 la vita media o speranza di vita degli italiani è cresciuta di ben 5 mesi tondi (circa 5 mesi e mezzo i maschi e 4 mesi e mezzo le femmine). Cinque mesi di vita media guadagnata in un intervallo temporale di anno, corrispondono alla bellezza di 4 anni e 2 mesi di aumento della speranza di  vita in un decennio. Intendiamoci, la vita media o speranza di vita degli italiani non potrà continuare in futuro a questi ritmi. Il 2014 è stato un’annata eccezionale, un po’ come accade per certi vini, il 2015 ne rappresenterà con ogni probabilità una meno favorevole. Ma resta il fatto nudo e crudo di un aumento di 5 mesi di vita media in 12 mesi. Una sorta di  esagerazione che un po’, ripeto, deve anche spaventare, perché in questo stesso anno i nati sono stati meno di sempre, poco più di 500mila, cosicché – ecco la questione – mentre negli ultimi cinquant’anni la vita media degli italiani passava da 70 a 83 anni le nascite diminuivano di oltre il 50 per cento.

 

Due dinamiche, estreme entrambe, che tendono la “coperta” rappresentata dalla popolazione italiana in direzioni opposte, minacciando di strapparla in modo non recuperabile.

 

[**Video_box_2**]Aumentano a dismisura non solo gli anziani tra i 65 e i 79 anni, ma anche i vecchi – 80 anni e più – e i super vecchi, ossia gli over 90. E questo mentre si indeboliscono mano a mano le basi, rappresentate dalle nascite che si trasformeranno nel tempo in persone in età produttiva e riproduttiva, ossia in coloro che dovrebbero sostenere l’invecchiamento della popolazione e senza le quali il rischio di una deriva demografica senza ritorno è altissimo.

 

Ecco, si faccia pure di Expo ciò che Renzi dice di voler fare. Buona idea. Ma idea ancora migliore è cercare di accompagnare l’allungamento della vita umana con l’ampliamento delle sue basi. Senza nascite adeguate l’edificio rappresentato dalla società italiana andrà a gambe all’aria. E ci andrà tanto più velocemente quante più annate sul tipo del 2014, eccezionali quanto ad aumento della speranza di vita, si avranno in futuro.

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