Un altro grosso buco nell'Atac

Redazione
Roma ingrassa i trasporti inefficienti con i soldi dei contribuenti 

Negli ultimi anni l’Atac, azienda romana di trasporto pubblico, ha cumulato perdite e consumato scandali. Tuttavia non sono le perdite che dovrebbero preoccupare i romani, quanto gli enormi contributi che l’azienda ha ricevuto nel corso degli anni: oltre 4 miliardi di euro tra il 2009 e il 2014. Di questa somma enorme di denaro pubblico, oltre 2,6 miliardi di euro sono arrivati dalle casse esangui del comune di Roma. In questa situazione, non certo facile, ci si sarebbe aspettati un taglio delle risorse pubbliche da parte di Roma Capitale e la ricerca di un miglioramento di efficienza dell’azienda. E invece, il 6 agosto 2015, la giunta capitolina (con la delibera 273) ha approvato qualcosa che dovrebbe spaventare molto i romani, e tutti quanti: un aumento dei contributi pubblici per quasi 120 milioni di euro l’anno.

 

Un incremento del 27 per cento rispetto a quanto Roma dava ad Atac nel 2013. Ciò a fronte di un’aumentata estensione della rete (dovuta all’apertura della linea C) solo dell’8 per cento, e della confermata inefficienza di sempre. Se il bilancio del 2016 sarà in pareggio è solo per questa iniezione di soldi pubblici. L’incremento deriva dal modello di costo standard adottato, che permette ad Atac di ricevere molto di più. Nel Regno Unito, invece, David Cameron ha annunciato che lascerà molti servizi locali nelle mani dei cittadini che li utilizzano perché – dice – “è una realtà che i soldi spesi più vicino alle persone sono spesso spesi in modo più saggio, così possiamo dare di più spendendo meno”. Devolution e revisione della spesa. Roma, purtroppo, va all’opposto: sussidia e produce disservizio.

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