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L'ebollizione africana e quella mediatica

Redazione
Lo abbiamo già scritto martedì, su queste colonne, che c’è solo una scelta sensata che si possa fare per contenere l’ebollizione mortifera del continente africano, la fuga di centinaia di migliaia di persone verso l’Europa con annesse tragedie in mare.

Lo abbiamo già scritto martedì, su queste colonne, che c’è solo una scelta sensata che si possa fare per contenere l’ebollizione mortifera del continente africano, la fuga di centinaia di migliaia di persone verso l’Europa con annesse tragedie in mare: guerra ai nemici dell’ordine mondiale nei luoghi elettivi che si fanno mediatori dell’invasione selvaggia delle nostre coste, distruzione delle basi del traffico di esseri umani, con annesso finanziamento allo sviluppo e favoreggiamento di tutto ciò che possa servire a spazzare via regimi corrotti o califfi vari. Oppure si può fare l’esatto opposto, cioè predisporre un robusto “servizio taxi” (come da evocazione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che pure ha detto di non auspicare questo scenario) tra le due sponde del Mediterraneo. Stare nel mezzo e non scegliere tra tali opzioni equivale a non voler governare davvero il fenomeno migratorio, addirittura incentivando lo stillicidio nel Mediterraneo: né Mare Nostrum né Triton, infatti, possono evitare o contenere le tragedie causate dagli incidenti in mare, anzi.

 

Detto ciò, esistono alcuni accorgimenti istituzionali, se non di mero bon-ton, che  un paese come il nostro potrebbe seguire se solo accettasse l’idea che l’immigrazione è fenomeno complicato ma insopprimibile, dunque degno di essere gestito e non sfruttato da demagoghi di vario rito. Ancora martedì, un piccolo assaggio di quel che non va nel carosello mediatico. L’Unhcr, organizzazione dell’Onu che si cura dei rifugiati e che in Italia ha come portavoce Carlotta Sami, di prima mattina ha fatto sapere alle agenzie che il naufragio di sabato notte che ha provocato centinaia di morti sarebbe nato da una “collisione” con la nave-cargo che stava portando soccorso. I giornali online si sono subito riempiti di ricostruzioni più o meno fantasiose. Soltanto qualche ora dopo la procura di Catania ha comunicato che per ora non è configurabile nessuna responsabilità del mercantile-soccorritore e che al possibile scontro si è arrivati per imperizia degli scafisti e per uno sbilanciamento degli immigrati impauriti. Perché l’Unhcr, invece di attendere notizie ufficiali, si preoccupa di anticipare leak di ogni tipo? D’altronde pure il procuratore di Catania, Giovanni Salvi, lunedì fa si era lasciato andare a giudizi di carattere eminentemente politico, come se la scelta tra Mare Nostrum (che Salvi preferisce), Triton o altro dipendesse da lui e non dal governo. Non servirà a contenere l’ebollizione africana, ma fermare la bolla mediatico-demagogica sarebbe già un passo avanti.