Fatta tutta? Il giocatore del Chelsea Ivanovic mima il gesto dello sciacquone dopo la premiazione della Capital One Cup (foto LaPresse)

Europa, Qatar, e altri posti di merda

Jack O'Malley

Le inglesi vanno male in Coppa ma almeno non si esaltano per poco. Mourinho alza di nuovo un trofeo, gli Spurs fanno tenerezza. Se il Tottenham fosse una squadra italiana, infatti, oltre a non stare simpatica ai tifosi della Lazio, si sarebbe appellata al fatto di avere giocato la finale di Capital One Cup dopo tre giorni dall'impegno in Europa League.

Londra. Dispiace per i ragazzi del Tottenham, questo va detto. Che non sarebbe stata una settimana memorabile nella storia degli Spurs si era già capito giovedì sera, quando la squadra di Pochettino era stata sbattuta fuori dall’Europa League dalla Fiorentina. Soltanto un Dio molto misericordioso potrà perdonare Soldado per aver fatto tirare tutte quelle bestemmie ai suoi tifosi sbagliando un contropiede pantagruelico sullo 0-0. Se il Tottenham fosse una squadra italiana, oltre a non stare simpatica ai tifosi della Lazio, si sarebbe appellata al fatto di avere la finale di Capital One Cup di lì a tre giorni. Effettivamente la finale c’era, ma anche lì non è andata un granché. In semifinale gli Spurs avevano eliminato con una buona dose di culo lo Sheffield United. La finale contro il Chelsea era un’opportunità di dare un senso alla stagione. Ma se la si mette sul culo non c’è storia con Mourinho, e infatti i Blues hanno vinto 2-0 grazie a due tiri deviati dalle chiappe dei difensori del Tottenham. Lo Special One si è preso una coppa che rispetto a quanto da lui vinto in carriera vale quanto una fioriera, ma a forza di fare polemiche spesso sterili e allenare squadre spagnole, da due anni e mezzo il manager portoghese aveva dimenticato il gesto che le braccia fanno per alzare una coppa al cielo. E poi, non dimenticatelo, la Capital One Cup è pur sempre una coppa inglese, quindi vale molto in assoluto.

 


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Meglio bere. Confesso che i due giorni che più ho apprezzato la scorsa settimana sono stati lunedì e venerdì: in entrambi dall’alba a notte fonda avevo almeno la certezza che nessuna squadra inglese sarebbe stata eliminata da qualche coppa europea. E sì, di inglesi ai quarti di Champions League ce ne sarà forse appena una, stesso numero di squadre che giocheranno gli ottavi di Europa League. E con questo? Sul volgare suolo del Continente fatichiamo, è vero, ma abbiamo il coraggio di ammetterlo. Non vendiamo illusioni come fanno i vostri media, esaltati perché cinque italiane hanno superato i sedicesimi della coppa europea di ripiego. A leggere certi titoli venerdì mattina sembrava che avessero vinto la coppa tutte e cinque contemporaneamente: “Eroi”, “Impresa”, “Magica”, “Orgasmo”, “Sogno”… E che cazzo, ma tenersi qualche iperbole per un eventuale passaggio del turno successivo? Che succede se qualche italiana va ai quarti? Chiedete all’Accademia della Crusca il permesso di coniare neologismi? E per quelle che verranno eliminate prima della finale che farete, il solito giochino di dire che è stata una stagione fallimentare? E’ pur sempre l’Europa League, signori, i paragoni con gli anni Novanta lasciateli a chi recensisce l’album di Jovanotti: tra Champions allargata e ripescaggi vari tra un po’ si qualificheranno per questa coppa quelle che lottano per non retrocedere. Il calcio è bello perché assoluto, sia chiaro, e ogni gioia è meravigliosa di per sé. Ma attenti: a forza di esaltarsi perché si è i migliori tra i mediocri, si diventa i Beppe Severgnini del calcio.

 

Boiate mondiali. Quello fra gli sceicchi del Qatar e la cricca di Sepp Blatter è un patto scellerato contratto fra due parti che propongono idee diverse, ma ugualmente sciocche, di come il calcio dovrebbe diventare. Tanto la versione dello sport come fenomeno da baraccone per miliardari annoiati fra le dune quanto quella burocratica, di palazzo, orientata esclusivamente alla conservazione di un ambito di potere alimentano l’idea fasulla che il gioco possa essere in qualche modo manipolato o riformato, come un partito politico che cambia programma e istantaneamente recupera la verginità perduta. I Mondiali qatarioti in edizione invernale sono l’incarnazione della scelleratezza. Eppure le lamentele che vedo fioccare nell’ambito calcistico mediterraneo non sono meno perniciose. Il Mondiale d’inverno, in fondo, dispiace perché spezza l’immaginario adolescenziale e vacanziero dell’italiano o dello spagnolo medio, si rimpiangono preventivamente i bagni nella fontana dopo una vittoria, le birre gelate, il postpartita sulla spiaggia con la ragazza olandese incontrata all’aperitivo, le sgommate in vespa con il bandierone, i tre amici-una-chitarra-e-uno-spinello, roba che andava bene giusto per le notti magiche di Nannini e Bennato. Insomma, si rimpiange il calcio mondiale come condimento delle estati dolci e spensierate, e il gioco, in fondo, non è che un pretesto o un’occasione, un fattore ambientale. Ci sono ottime ragioni per criticare la decisione, prima fra tutte che il Qatar sta al calcio come l’Honduras sta allo sci di fondo, non ci sono i presupposti culturali per credere che un’operazione simile abbia un qualche senso. Del resto, chiedere che la Fifa tenga conto di “presupposti culturali” è altrettanto assurdo. Ma non si riduca tutto alla logica delle ferie, alla stagionalità felice e spensierata, perché il calcio è gioco per tutte le stagioni, se ne frega allegramente dei sogni da bambino, del pane-e-salame, dei numeri dall’1 all’11 e non si cura nemmeno se gli spettatori bevono birra, grog, coca-light o barolo chinato, la bevanda che l’autoproclamato custode del mondo di una volta, Massimo Gramellini, suggerisce di sorseggiare davanti ai Mondiali invernali.

 

 


Tess O’Reilly immortalata mentre cerca di capire perché le squadre inglesi fanno così fatica in Europa


 

Milf is better. E per finire, un consiglio al povero Adam Johnson, arrestato ieri in un’operazione di polizia che manco Strauss-Kahn, con l’accusa di avere avuto rapporti sessuali con una quindicenne (si parla di “relationship” sui giornali inglesi). Non so se la minorenne avesse documenti falsi, né se sia proprio tutto falso, ma permettetemi di suggerire a Johnson di puntare alle milf, che tanto vanno di moda, per non sbagliarsi. O pensare di più a giocare, dato che il suo Sunderland da un mese perde contro chiunque, persino contro il Manchester United di Van Gaal, che avendo esaurito le cose intelligenti, l’altro giorno si è lamentato di non avere in squadra bomber da 20 gol a stagione. Con buona pace di Rooney, Van Persie e Falcao.

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