Se tutto è strategico, nulla è strategico

Redazione

C’è sempre stata da noi una idealizzazione del trasporto pubblico (stesse lamentazioni ci furono per la vecchia Alitalia), e della “locomotiva”: cose da sol dell’avvenire, o da sinistra ferroviaria. Ma la strategicità oggi è un’altra cosa

"Addio a un altro settore strategico”. Così il Sole 24 Ore oggi in prima pagina salutava mestamente la cessione alla giapponese Hitachi delle attività ferroviarie di Finmeccanica, la Ansaldo Breda e la Ansaldo Sts, per 1,9 miliardi, dei quali 600 milioni andranno cash al gruppo del Tesoro. Il quale li reinvestirà in settori a maggior valore aggiunto come l’aerospazio. Il tono elegiaco del quotidiano confindustriale è strano, visto che la Breda costruisce carrozze e motrici forse strategiche ma con dieci anni di bilanci in rosso e due miliardi di perdite su 521 milioni di fatturato. Frutto di una visione che in nome appunto della strategicità concentrò nel 2001 in mani pubbliche aziende e stabilimenti ex Breda e Ansaldo, da Pistoia a Napoli a Reggio Calabria, come reazione alla vendita alla francese Alstom della privata Fiat Ferroviaria. Fusione fortemente voluta dalla politica e dai sindacati per creare un polo sinergico alle Ferrovie egualmente.

 

Ma l’alta velocità e le commesse di stato – più alcuni incidenti di percorso con le ferrovie olandesi e belghe – non hanno generato profitti mettendo a repentaglio i conti aziendali e i 2.200 dipendenti. Che il gruppo giapponese Hitachi si è impegnato a mantenere, con bilanci in ordine. C’è sempre stata da noi una idealizzazione del trasporto pubblico (stesse lamentazioni ci furono per la vecchia Alitalia), e della “locomotiva”: cose da sol dell’avvenire, o da sinistra ferroviaria. Ma la strategicità oggi è un’altra cosa.

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