Che cosa avete letto di più sul Foglio online

Redazione

Piccola guida a quello che è accaduto negli ultimi sette giorni. I nostri soldati, la Libia, che fare? Intervenire o non intervenire? Intanto il governo Renzi compie un anno, Sisi bombarda lo Stato islamico e l'Opec cerca di superare la crisi per riprendere il potere perduto.

La politica italiana fa spalare la neve all’esercito, poi non chieda che sia “fit”

di Gianandrea Gaiani

Le “gaffe” dei ministri Gentiloni e Pinotti sul supposto e poi smentito intervento militare in Libia hanno riportato l’attenzione sulle reali capacità dell’Italia di combattere una guerra. Una “vera” guerra, di quelle non mascherabili come “missioni di pace”. Quando Renzi ha dichiarato che “non è il momento per un intervento militare”, smentendo così le affermazioni bellicose di Paolo Gentiloni (“l’Italia è pronta a combattere”) e di Roberta Pinotti che aveva ipotizzato l’invio in Libia di 5 mila militari, da più parti anche presso i nostri partner e alleati, hanno ripreso vigore osservazioni e battute umoristiche sull’incapacità dell’Italia di combattere. [continua]

 

 

La nazione Brancaleone e le sue avventure (Quarta sponda compresa)

di Giuliano Ferrara

Armata Brancaleone, ha detto subito Beppe Grillo, che in quanto comico è tenuto alla semplificazione. Ecco, questo è il problema. Uno direbbe: accipicchia, Sarkozy Cameron e Obama ci hanno messo su questo casino in Libia, quattro anni fa mica un secolo, hanno sventrato un tiranno bistrato e pensionato, noi riluttanti ma consenzienti, e adesso bisogna sbrogliarlo il caos alle porte di casa. Mettere ordine. Infatti è sempre stata un’esagerazione ideologica parlare dei migranti come “invasori”, ma alla luce di quel che accade laggiù, sulla Quarta sponda, i barconi e i gommoni spediti da noi con migliaia di persone assumono un aspetto sinistro, ora li scortano i guerrieri avidi di guadagno e reclamano con i mitra i mezzi di trasporto dalla guardia costiera, e la gente ha paura, fobie si diffondono, si capisce. [continua]

 

 

Un anno di Renzi. Pagella fogliante

Riforme, lacune, rottamazioni, enunciazioni, provocazioni, vittorie, sufficienze (molte), insufficienze (gravi). Radiografia politica dei primi dodici mesi del governo Leopolda

di Claudio Cerasa

 

Che anno è stato quello di Matteo Renzi? Domenica prossima sono esattamente dodici mesi dal giorno in cui il segretario del Pd, con molte affettuosità campanellistiche condivise con il suo amato e sereno predecessore Enrico Letta, ha giurato al Quirinale come nuovo presidente del Consiglio. Solitamente è una pratica non particolarmente eccitante e costruttiva quella di provare a capire cosa ha fatto di buono o di non buono un governo dopo un anno dal suo insediamento. Ma in quest’anno di egemonia renziana sul Parlamento, e sul paese, sono successe molte cose che vale la pena non tanto ricordare ma almeno spiegare per trarre un bilancio politico di quello che a dodici mesi di distanza è l’Italia guidata dal segretario del Pd. Per orientarci può essere utile offrire una metafora che crediamo efficace. [continua]

 

DAL MONDO


Sindaco, tedesco e socialdemocratico: “Cara Merkel, l’islam con noi non c’entra nulla”
di Matteo Matzuzzi

Dire come hanno fatto il presidente federale Christian Wulff e la cancelliera Angela Merkel che l’islam appartiene alla Germania è una cosa “completamente falsa. Il contributo dell’islam alla Riforma, all’Illuminismo e all’Umanesimo mi sfugge, scusate”. Heinz Buschkowsky, sessantasei anni, sindaco socialdemocratico del quartiere di Neukölln, ottavo e popolatissimo distretto di Berlino (quasi 325 mila abitanti), si dimette dopo quattordici anni, uno prima della scadenza del mandato. La cartella clinica, confessa in un’intervista al settimanale Stern, gli suggerisce di ritirarsi e di pensare più a se stesso che al bene comune. [continua]

 


Chi c'è e chi non c'è nella “coalition of the willing” di Sisi
di Daniele Raineri

 

Oggi il Consiglio di sicurezza si riunisce a New York con una sessione d’emergenza per parlare della crisi di sicurezza in Libia. Come sta andando la costruzione di una “Coalition of the willing” da parte del presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi per intervenire in Libia con una missione più articolata dei bombardamenti punitivi in corso? Per ora di stati willing, che hanno la volontà di un intervento militare, non se ne vedono molti. Egitto, Italia e Francia sono idealmente in prima fila e hanno già fatto dichiarazioni pubbliche – ma il Cairo e Parigi non parlano di truppe di terra. [continua]

 

L'ECONOMIA


Ci sono alternative alla rinascita dell'Opec?

L'Arabia Saudita e i suoi paesi alleati potrebbero nuovamente dominare la scena globale e tornare ad assumere il totale controllo del mercato petrolifero. La profezia di Bp e l'idea di una banca centrale del petrolio (by Descalzi).

di Alberto Brambilla

 

L'Arabia Saudita e i suoi paesi alleati nel cartello degli esportatori di petrolio, l'Opec, potrebbero nuovamente dominare la scena globale e tornare ad assumere il totale controllo del mercato petrolifero, recuperando un'influenza che appariva perduta causa dissidi interni, già a partire dall'anno prossimo. [continua]

 


Perché Google può rivoluzionare il mercato della telefonia mobile

L'obiettivo è creare il primo sistema operativo integrato con un rete mobile specifica e quindi abbattere i costi telefonici permettendo ai suoi utenti di parlare direttamente tramite la connessione a Internet

 

Google è pronta a entrare nel mercato della telefonia mobile. Il preaccordo con T-Mobile e Sprint per l'utilizzo delle loro reti in America, notizia di gennaio, è stato ratificato nei giorni scorsi, e continuano i contatti e le trattative con la Space Exploration Technologies Corp di Elon Musk - circa 10 miliardi di dollari il budget riservato da Mountain View all'operazione - per la realizzazione di un sistema di satelliti low cost che possano permettere l'accesso a Internet da tutto il mondo direttamente dallo spazio. C'è poi il Google Project Loons, ossia il progetto di connettere le zone del mondo attualmente non coperte dalla rete grazie all'utilizzo di droni-ripetitori di segnale ad energia solare, prodotti dalla Titan Aerospace, start up con sede nel New Mexico acquistata da Google nel marzo dello scorso anno. [continua]

Di più su questi argomenti: