Europentimento socialista su Tsipras

Redazione

Lo hanno festeggiato, ora temono i morsi della rivoluzione greca. Dopo aver festeggiato la disfatta della Troika in Grecia, i socialisti europei stanno scoprendo che la rivoluzione di Syriza rischia di travolgere anche loro.

Dopo aver festeggiato la disfatta della Troika in Grecia, i socialisti europei stanno scoprendo che la rivoluzione Alexis Tsipras rischia di travolgere anche loro. Di fronte al successo di Syriza domenica, il capogruppo dei Socialisti all’Europarlamento, Gianni Pittella, aveva lodato il popolo greco che “ha chiaramente scelto di rompere con l’austerità”. Il presidente dell’Europarlamento, il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, aveva detto che Tsipras ha il “pieno diritto” di rinegoziare il debito. Ma quando il premier greco ha annunciato che farà quel che ha promesso (stop alle privatizzazioni, aumento del salario minimo e reintegro dei lavoratori pubblici) gli euro-socialisti si sono fatti più guardinghi. Pittella ha chiesto a Tsipras di “non farsi influenzare dalla retorica populista”.

 

Schulz lo ha invitato a “maggiore sobrietà e realismo”. L’obiettivo del corteggiamento è di inglobare Tsipras nel “mainstream” del centrosinistra per arginare il collasso dei socialisti in Francia, Spagna, Grecia e altrove. Ma, come Pablo Iglesias con Podemos in Spagna, Tsipras non è controllabile. O la rivoluzione o niente. Lo ha scoperto ieri a Atene un altro socialista, il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, che si è sentito dire dal ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis che la Grecia non intende negoziare con la Troika né chiedere un’estensione del programma di aiuti, ma esige un nuovo “accordo”. Acconsentire significa alimentare l’azzardo morale e politico, oltre che finanziario, aprendo la strada al populismo anti euro di sinistra e di destra, che rischia di schiacciare la ragionevolezza della socialdemocrazia europea.

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