Perché ora il Qatar entra (pure) in British Airways?

Redazione

La compagnia aerea qatarina ha acquistato il 10 per cento delle quote azionarie di International Airlines Group (Iag) proprietaria della flotta britannica. Ecco perché è un'operazione importante per le relazioni economiche tra Regno Unito e Doha.

Qual è la motivazione ufficiale dell'ingresso nel capitale di British Airways?

 

Qatar Airways, compagnia aerea di bandiera dell'emirato che ha per capitale Doha, ha annunciato oggi di aver acquistato il 10 per cento delle quote azionarie di International Airlines Group (Iag), proprietaria di British Airways (oltre che della più piccola Iberia). Un 10 per cento che è costato l'equivalente di 1,7 miliardi di dollari americani. L'operazione, secondo le dichiarazioni dei qatarini, ha come principale obiettivo quello di collaborare con Iag sulle "rotte verso occidente". British Airways, osserva infatti il Financial Times, "è uno dei più grandi operatori di voli tra Europa e Nord America, cioè la rotta di viaggio più redditizia di tutto il pianeta. Qatar Airways dunque potrebbe scegliere di spostare alcuni dei suoi passeggeri sui voli di Ba attraverso accordi ad hoc".

 



 

Chi c'è dietro Qatar Airways?

 

Semplicemente, il governo del Qatar. Dal luglio 2013, infatti, l'esecutivo di Doha è azionista unico della compagnia aerea. Ad oggi la società dà lavoro a circa 19.000 persone, o addirittura 31.000 se non ci si limita ai lavoratori alle dirette dipendenze del gruppo. Quelli odierni non sono i primi contatti tra la società qatarina e il mondo anglosassone. Basti dire che l'attuale ceo di Qatar Airways, dal 1996, è Akbar al Baker; al Baker allo stesso tempo è membro del board dello storico aeroporto londinese di Heathrow. Non è finita qui: la Qatar Investment Authority (Qia), il fondo sovrano del paese, possiede già oggi il 20 per cento della società che controlla l'aeroporto di Heathrow, il cui primo cliente è proprio British Airways.


Che filotto: oggi gli aerei, ieri il Canary Wharf di Londra

 

L'ingresso in British Airways arriva all'indomani di un altro annuncio sulle relazioni economiche tra Regno Unito e Qatar. Il 29 gennaio infatti il fondo sovrano dell’emirato, Qatar investment authority (Qia), ha acquistato il complesso londinese di Canary Wharf. Ne ha scritto Alberto Brambilla nel Foglio: "Nel tumultuoso mercato immobiliare londinese s’è fatto largo il Qatar che, con uno dei suoi fondi sovrani, è riuscito nell’acquisto di parte del quartiere rivale della City, il mitico Canary Wharf. Ospita banche (Credit Suisse, Hsbc, Citigroup, Morgan Stanley, Bank of America, Barclays) e colossi dei media (Telegraph, Independent, Reuters, Daily Mirror) ed è stato oggetto di una lunga contesa tra gli azionisti della società Songbird, proprietaria del complesso di uffici e grattacieli nell’East London. (…) Il fondo dello sceicco Abdullah bin Mohammed al Thani aggiunge così un altro pezzo pregiato di Londra ai prestigiosi palazzi dei magazzini Harrods e al grattacielo Shard. Le complesse trattative sono durate mesi, ma il Qatar ha offerto comunque meno di quanto s’attendessero i soci più ostili: 3,4 miliardi di euro".

 


Akbar al Baker, ceo di Qatar Airways


Il curioso personaggio (che fu dei servizi) cui il fondo del Qatar si è affidato

 

Nella lunga trattativa per il complesso che fa concorrenza alla City londinese, Brambilla ha sottolineato il ruolo di un tal John Scarlett. Ecco perché: "A curare gli interessi del Qia in Gran Bretagna c’è un discreto ex agente dei servizi di controspionaggio per l’estero (MI6) dei tempi di Blair come John Scarlett, diventato un saggio consigliere per conto di Doha con l’incarico di mantenere fluidi i rapporti tra l’emirato, Londra e l’Europa. La sua società di consulenza, Sc Strategy, ha come suo unico cliente il fondo qatarinoma Sir Scarlett lavora anche per la norvegese Statoil, la società di consulenza Pricewaterhousecoopers, la francese Axa Investments e la banca Morgan Stanley che, coincidenza, ha dato il via libera per la cessione di Canary Wharf".