Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Napolitano annuncia l'addio, chiede riforme e responsabilità al Parlamento

Redazione

"Mi spinge l'avere negli ultimi tempi toccato con mano come l'età da me raggiunta porti con sé crescenti limitazioni e difficoltà nell'esercizio dei compiti istituzionali", le motivazioni al suo addio.

Quello tenuto ieri sera al Quirinale è stato l'ultimo discorso di fine anno di Giorgio Napolitano. Il Presidente della Repubblica è pronto a lasciare: "mi spinge l'avere negli ultimi tempi toccato con mano come l'età da me raggiunta porti con sé crescenti limitazioni e difficoltà nell'esercizio dei compiti istituzionali, complessi e altamente impegnativi, nonché del ruolo di rappresentanza internazionale, affidati dai Padri Costituenti al Capo dello Stato", ha spiegato.

 

 

Napolitano ha parlato a tutti gli italiani, ma soprattutto al suo successore: "La mie riflessioni avranno per destinatario anche chi presto mi succederà nelle funzioni che sto per lasciare, rassegnando le dimissioni: ipotesi che la Costituzione prevede".  E a chi lo seguirà il presidente della Repubblica ha indicato la via da seguire, quella già intrapresa negli ultimi mesi, quella che prevede: riforme, lotta alla corruzione, ripresa economica, dramma della disoccupazione giovanile.

 

Nel suo discorso Napolitano sprona innanzitutto le forze politiche a continuare l'iter riformatore già iniziato: "L'aver tenuto in piedi la legislatura apertasi con le elezioni di quasi due anni fa, è stato di per sè un risultato importante: si sono superati momenti di acuta tensione, imprevisti, alti e bassi nelle vicende di maggioranza e di governo. Si è in sostanza evitato di confermare quell'immagine di un'Italia instabile che tanto ci penalizza e si è messo in moto, nonostante la rottura del febbraio scorso, l'annunciato, indispensabile processo di cambiamento", dice il presidente, aggiungendo come sia "innegabile che quell'auspicio si sia realizzato", sottolineando l'importanza per gli equilibri del Paese del superamento del bicameralismo perfetto.

 

Napolitano ha anche dedicato parole durissime contro la corruzione, "un sottosuolo di marciume da bonificare", esortando quindi la politica ad  agire per cercare di limitarne il campo d'azione: "Solo riconquistando intangibili valori morali la Repubblica potrà andare avanti. Non lasciamo che a occupare lo spazio siano solo italiani indegni". Il presidente della Repubblica ha chiesto inoltre di "affrontare le più gravi patologie di cui il nostro paese soffre: a cominciare da quella della criminalità organizzata e dell'economia criminale e da quella di una corruzione capace di insinuarsi in ogni piega della realtà sociale e istituzionale, trovando sodali e complici in alto".

 

Ma "la questione chiave", sottolinea Napolitano, "è il dilagare della disoccupazione giovanile e la perdita dei posti di lavoro". Per questo motivo il presidente invita a uno sforzo collettivo, poiché "dalla crisi  mondiale purtroppo non siamo riusciti a sollevarci". Ciò che serve è il "recupero di una ragionata fiducia in noi stessi".

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