L’asilo nido del kibbutz Nahal Oz, al confine con la Striscia di Gaza, è protetto da una barriera antimissile

Nel sud d'Israele, mentre a Gerusalemme si litiga - domani nel Foglio

Giulio Meotti

A un tiro di schioppo da Gaza, dove la vita continua ma gli ebrei hanno paura: “In dieci anni spariremo”.

Anticipiamo parte della prima di tre puntate dell'inchiesta da Israele, alle prese con il fantasma della Terza Intifada.

 

La situazione d’Israele è tragica. Ottocento chilometri di confini terrestri, senza difese naturali. E in questa specie di Lombardia allungata, che è come se si estendesse dalle Alpi a Roma, la geografia della paura non ha risparmi da fare sulla mappa dello stato ebraico: dalla frontiera con il Libano, a nord, fino ai deserti del Sinai e Gaza, nell’ultimo sud, la vita di tutti, qui, si accompagna ogni giorno al fantasma dell’insicurezza. Il governo di Benjamin Netanyahu è diviso, fino al rischio di nuove elezioni, sulla legge che dovrebbe sancire che Israele è “lo Stato della Nazione ebraica”. Una legge che giunge in mesi in cui in Israele le relazioni fra la maggioranza ebraica e la minoranza arabo-palestinese sono molto tese (scuole miste incendiate, attentati, caos nei Territori). Contro la legge si sono schierati due ministri, Yair Lapid (Finanze) e Tzipi Livni (Giustizia). L’esecutivo è diviso anche sulla legge che annullerà la residenza e gli assegni della previdenza sociale a quanti siano coinvolti “in attività terroristiche e in incitamenti alla violenza”. Se c’è una regione che incarna più delle altre l’assedio a Israele è quella meridionale. E’ fertile la pianura che conduce alla “Gaza Belt”. Sono infinite le distese bruciate in una gamma di colori dal giallo, al marrone al grigio. Come smeraldi nella polvere rossastra, di tanto in tanto spiccano i riquadri verdi dei kibbutz, simboli dell’eroismo. Qui la distanza da Gaza gli israeliani la misurano col tempo, non in metri. E’ il tempo che ti serve per trovare un riparo antimissile quando suona la sirena.

 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.