Pier Carlo Padoan (foto LaPresse)

Difetto di radicalità del governo, oppure no?

Redazione

La “critica per deficit di radicalità alla manovra Renzi-Padoan non sembra una gufata qualsiasi, sembra un problema.

La “critica per deficit di radicalità alla manovra Renzi-Padoan non sembra una gufata qualsiasi, sembra un problema: sarebbe bene che il governo su questo comunicasse il suo punto di vista, spiegasse come replica alla critica, e ci mettesse tutti in grado di capire meglio, rosiconi e ideologi a parte, dove si va a parare”. Così ieri scrivevamo sul Foglio, dopo aver raccolto negli scorsi giorni su queste colonne punti di vista e proposte – questi sì radicali – per reinnescare lo sviluppo nel nostro paese.

 

Da Carlo De Benedetti, con la sua idea di un deficit da far salire al 6 per cento in modo da poter abbassare le tasse, alla più istituzionale Istat che stima effetti sviluppisti nulli della legge di stabilità renziana. Passando per quanti avrebbero gradito un approccio più combattivo nei confronti di Bruxelles e dei suoi parametri che c’imbrigliano. In questa pagina ospitiamo altre opinioni sul punto. E oggi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ci dice come la pensa.

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